Pubblichiamo, preceduta dal nostro commento, la lettera di Eric Kamp sull'ipocrisia dell'Unione Europea.
Quella messa in chiaro dalla riflessione che segue è un esempio tipico del doppio standard di giudizio adottato dalle istituzioni europee - ma anche singolarmento da molti Paesi dell'UE - nei confronti di Israele. Il fatto che l'Unione Europea agisca contro gli accordi di Oslo, pur sostenendo la necessità di un percorso che porti alla nascita di uno stato palestinese (per ora sempre rifiutato dai palestinesi stessi), è sintomo di una evidente ipocrisia. Ci si chiede, di conseguenza, quale sia l'obiettivo dell'Europa: gettare benzina sul fuoco del terrorismo palestinese?
Ecco la lettera:
Alcuni degli edifici palestinesi illegali costruiti nell'area C (sotto controllo israeliano) dei territori contesi. Non manca neppure il logo dell'Unione Europea
In un articolo recente, pubblicato sul Jerusalem Post il 17 marzo, viene riferito che la giornalista e scrittrice britannica Melanie Phillips, nella sua rubrica "As I see it ", ha segnalato l'esistenza di insediamenti illegali finanziati dall'UE all'interno dei territori "disputati". Come si sa, Giudea e Samaria sono suddivise, secondo i vigenti accordi di Oslo, in zona A, amministrata dall'Autorità Palestinese, zona B, ad amministrazione mista, e zona C (60%), sotto pieno controllo Israeliano.
L'Unione Europea nel 2015 ha investito 3.5 milioni di euro in infrastrutture dentro l'area C, senza chiedere permesso alle autorità israeliane. Gli accordi di Oslo prevedono infatti che ogni costruzione richieda l'approvazione della Amministrazione Civile Israeliana. Mi sembra importante far conoscere questo comportamento ipocrita e prevaricante della UE, che da un lato accusa Israele di operare insediamenti "illegali", impone boicottaggio dei prodotti provenienti da oltre la linea verde, e poi incentiva l'abusivismo palestinese.
Eric Kamp