Salah mentre viene arrestato
" Salah è il primo jihadista pentito " è il titolo che il MANIFESTO sceglie oggi, 20/03/2016 nelle pagine 2/3 per raccontare la cattura di Salah Abdeslam a Bruxelles.
Non riprendiamo i tre articoli, farciti dell'abituale analisi sociologico-onnicomprensiva che il quotidiano comunista riserva sempre in questi casi: colpe dell'Occidente cattivo, le ragioni di chi ammazza civili innocenti perchè 'oppresso', multiculturalità la sola medicina per curare le malattie occidentali.
No, niente articoli, ma qualche riflessione.
Salah sarebbe dunque " il primo jihadista pentito ", ma il pentimento - sempre che lo si possa definire tale - arriva dopo la cattura non prima.
Come linea di difesa, nulla da dire, complimenti all'intelligente avvocato, ma che sia credibile, via! E' vero che i compagni del Manifesto sono degli irriducibili comunisti, per i quali verità e menzogna sono intercambiabili, ma riproporre oggi, dopo alcuni decenni, un pentitismo che ricorda quello dei brigatisti rossi, anche fra loro molti pentiti, ma solo dopo la cattura, è indecente.
Oggi sono tutti in libera uscita, per cui se il destino di Salah sarà quello delle nostre BR, può affrontare il futuro con la certezza di essere -prima o poi - rimesso in libertà.
Alla faccia delle vittime del terrorismo islamico.
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