Riprendiamo dall' ESPRESSO di oggi, 18/03/2016, a pag. 93, con il titolo "E' a Bologna la geometria di Auschwitz", la cronaca di Luca Molinari.
Luca Molinari
Il Memoriale della Shoah di Bologna
Disegnare un monumento è una delle imprese più complicate per un architetto. In un tempo che soffre di pericolose amnesie il rischio di produrre gesti vuoti di senso è dietro l'angolo, mentre le nostre città chiedono interventi che migliorino la qualità diffusa dei nostri luoghi caricandoli di nuovo senso. Il nuovo Memoriale della Shoah di Bologna disegnato dallo studio SET, che si aggiudicò un concorso internazionale nel 2015, entra a pieno titolo tra le opere contemporanee che vale la pena raccontare.
Realizzato in un punto delicato della città, ai margini della piazza generata dalla nuova Stazione per l'Alta Velocità tra via Carracci e il ponte Matteotti, l'intervento è pensato con chiarezza, e impone anche al passante più frettoloso di rallentare e osservare con attenzione. Due volumi simmetrici, realizzati in acciaio cor-ten con una misura di 10x10, definiscono uno stretto percorso da attraversare che inquadra il vuoto sottostante della ferrovia.
La via si fa progressivamente più stretta e soffocante stringendosi a soli 80 centimetri. La struttura interna dei parallelepipedi, realizzata con una griglia 1.80 per 1.25, come le celle dei dormitori nei campi di concentramento, preme sui nostri corpi e c'imprigiona. Nel breve tragitto la materia a terra cambia con un pietrisco che ricorda la Judenrampe di Auschwitz. La geometria severa impone silenzio e insieme ordina lo spazio urbano circostante. Memoria civile e città s'incontrano, finalmente.
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