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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
15.03.2016 Turchia e Israele: sarà possibile la riconciliazione?
Ma il regime di Erdogan appoggia sempre Hamas

Testata: Il Foglio
Data: 15 marzo 2016
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «I patti con Erdogan»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 15/03/2016, a pag. 3, l'editoriale "I patti con Erdogan".

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Recep Tayyip Erdogan, Benjamin Netanyahu

Domenica il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato l’attentato che ha ucciso 34 passanti ad Ankara, in Turchia, e ha manifestato la sua “solidarietà con il popolo turco nella guerra al terrorismo”. Può sembrare una formalità di rito, ma è l’ultima novità in una partita internazionale importante tra Gerusalemme, Ankara e Mosca. Come aveva notato a gennaio la tv israeliana Channel 2, il governo israeliano non ha condannato in modo esplicito i precedenti attentati in Turchia, andando contro il consiglio del proprio ministero degli Esteri, come risposta al fatto – secondo alcuni funzionari citati dal programma – che “la Turchia non condanna gli attentati dei palestinesi contro gli israeliani”. La condanna di Netanyahu potrebbe essere il segnale che il processo di riconciliazione tra Turchia e Israele è in fase avanzata, dopo il quasi azzeramento delle relazioni diplomatiche in seguito ai fatti della nave Mavi Marmara, nel 2010. Prima però ci sono ancora questioni da risolvere: tra le condizioni c’è per esempio la rimozione di uomini e sedi di Hamas dalla Turchia, da dove si organizzano operazioni contro Israele. Se le relazioni tornassero alla normalità, i due governi potrebbero parlare di un contratto enorme che riguarda il gas davanti alle coste israeliane: la Turchia cerca un fornitore alternativo alla Russia, gli israeliani cercano un compratore. L’economia, l’isolamento internazionale e la buona volontà di Israele hanno costretto Erdogan al dialogo. Buon segno, anche se il presidente turco ha ancora tutto da dimostrare, in Siria e sui migranti.

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