Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Quattro riflessioni sulla Germania di Frau Merkel 14/03/2016

In relazione al recente articolo di Ugo Volli sulla situazione politica tedesca, vorrei proporre queste brevi riflessioni.
La prima è questa: è sorprendente che un paese quale la Germania, con il suo recente passato di antisemitismo feroce, abbia deciso di aprire incondizionatamente le porte ad ondate migratorie di popolazioni musulmane di cultura, tradizione e religione profondamente e irrinunciabilmente antisemite.
Seconda riflessione: Frau Merkel, che nasce in una famiglia a proprio agio nella Germania DDR, che cresce politicamente nelle fila delle organizzazioni giovanili comuniste, da "socialista" scavalca le rovine del muro berlinese, e fa però carriera con il CDU (Unione Cristiano Democratica). Ne diviene il capo, si sposta a sinistra e si allea coi Socialdemocratici, condividendone le tradizionali simpatie verso il mondo islamico. Prima di attirare lo tsunami immigratorio musulmano nel paese, aveva gridato ai quattro venti che l'Islam appartiene alla Germania, ma senza nemmeno chiedere il parere dei cittadini tedeschi.
Terza riflessione: Bundeskanzlerin Merkel non vuole ammettere i propri errori, e quindi continua a fare sconquassi. Innanzitutto sta perdendo molti dei consensi che la sua coalizione fino a poco tempo fa godeva. Ma il disastro più grande che ha causato con le sue scelte di politica immigratoria, sta nell'effetto disgregante sulla Unione Europea. Area di Schengen diventata spezzatino, accordi di Dublino carta straccia. Proposte di imposizioni di quote-migranti agli altri paesi UE, che poi nessuno vuole. Come dire: invito troppa gente alla mia festa. Allora gli esuberi li mando al vicino di casa, e quando costui rifiuta, mi arrabbio.
Quarta riflessione: in Germania è difficile fare opposizione. Chi non la pensa in modo politicamente corretto, cioè in modo allineato alla élite di sinistra, il mondo accademico di sinistra, la cultura di sinistra, i media di sinistra, è molto facilmente etichettato come "fascista", "nazista", "di estrema destra". Anche se non ha simpatia né affiliazione alcuna col fascismo o col nazismo. Anche se manifesta il proprio dissenso in modo civile e pacifico. Vi sono anzi movimenti radicali di sinistra, chiamati "Antifa", palestinisti e islamofili, che come metodi e violenza non hanno nulla da invidiare alle squadracce dei picchiatori fascisti di allora. E che come tali provocano troppo spesso tafferugli, non sempre descritti in modo obiettivo dalla stampa tedesca, quella politicamente corretta appunto.

Eric Kamp

Gentile lettore, la ringrazio per le sue osservazioni, che trovo utili e chiarissime. Le cose stanno in sostanza come dice lei.

Ugo Volli


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui