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La Stampa Rassegna Stampa
11.03.2016 I neo-nazistelli del BDS e il Technion
A chi dissente tolgono la parola

Testata: La Stampa
Data: 11 marzo 2016
Pagina: 51
Autore: Fabrizio Assandri
Titolo: «Assemblea contro Technion, gli studenti occupano l'aula negata dell'università»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/03/2016, a pag.51, con il titolo "Assemblea contro Technion, gli studenti occupano l'aula negata dell'università" la cronaca di Fabrizio Assandri dell'iniziativa dei nazistelli del BDS torinesi all'assalto della cultura rappresentata dalla collaborazione fra due università prestigiose, quali il Politecnico di Torino e il Technion di Haifa.
Dopo che l'aula gli è stata negata, hanno pensato bene di occuparla, blaterando le solite menzogne, ma anche negando a chi dissentiva il diritto alla parola. Confermando così la loro idea di libertà di espressione.
Prima del pezzo, riprendiamo l'opinione di Ugo Volli pubblicata su IC il 2 maezo scorso: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=0&sez=280&id=61597

Dato che sono stato coinvolto da una citazione giornalistica in merito al grottesco tentativo di boicottaggio del Politecnico di Haifa, il “Technion” (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=61584), inevitabilmente un po' veloce, sento l'opportunità di spiegarvi la mia posizione in maniera un po' più articolata. Non che ci voglia molto; la parola “grottesco” è fin troppo generosa. Perché il Technion è una delle migliori università del mondo, solo secondo in Israele ma classificata fra il quarantesimo(http://www.windbusinessfactor.it/news-eventi/internet-e-business/universita-facolta-tech-migliori-mondo/27651) il settantasettesimo posto (http://www.shanghairanking.com/ARWU2013.html) al mondo, mentre le università italiane sono molto più giù: “tra tutte svetta il Politecnico di Milano (187) che entra per la prima volta tra le migliori duecento al mondo, seguito dall’Università di Bologna (204) e dall’Università degli Studi di Roma - La Sapienza (213). Tra le prime 400 al mondo troviamo l’Università degli Studi di Milano (306), l’Università degli Studi di Padova (309), il Politecnico di Torino (314) e l’Università degli Studi di Pisa (367)” (http://www.lastampa.it/2015/09/14/italia/cronache/il-politecnico-di-milano-al-top-tra-gli-atenei-italiani-Vilg6KlT3CzpNm38PrHz8L/pagina.html). Israele è anche il primo per numero di premiati nella classifica dei finanziamenti europei ERC. E quindi boicottare dall'Italia le università israeliane ricorda quella dichiarazione che stava affissa credo nel porto di Messina un giorno di maltempo: “a causa delle condizioni del mare, il continente è isolato”.

 Ecco la cronaca di oggi:

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«Visto che chi dovrebbe fare gli onori di casa non solo è assente, ma voleva pure impedire questo incontro, ve lo do io il benvenuto del Politecnico». Il professore di Fisica Angelo Tartaglia ha aperto così l’assemblea «contro il Technion», che si è tenuta lo stesso, ieri sera, nonostante il rettore avesse rifiutato di concedere gli spazi all’incontro nato per spiegare le ragioni della protesta contro l’accordo tra l’Università, il Poli e l’ateneo di Haifa. Ma gli studenti hanno occupato un’aula, la dieci, al termine di una lezione. Tutto si è svolto senza incidenti, anche se un «infiltrato» pro Israele sostiene di essere stato zittito dagli altri studenti ed è uscito dalla sala polemicamente. In tutto erano circa una sessantina: la partecipazione era minore rispetto a quella di una settimana fa al Campus Einaudi. Anche lì gli studenti avevano occupato un’aula per la loro assemblea, dopo che l’Università aveva inizialmente concesso gli spazi, salvo poi revocarli quando si è accorta che l’incontro era “unilaterale”. «Dire che manca il contraddittorio è una scusa puerile e stupida» secondo Tartaglia, che ha paragonato la realtà palestinese a quella delle riserve indiane. Come mai tra i 55 prof universitari torinesi che hanno firmato l’appello per il boicottaggio del Technion, per le sue collaborazioni con l’esercito israeliano, sono quasi tutti dell’Università e quasi nessuno del Politecnico? A questa domanda le risposte sono diverse. «Solo dodici professori universitari si rifiutarono di aderire al fascismo, oggi siamo in una situazione simile». Tartaglia, l’unico docente del Poli che ha preso la parola, è in pensione: «Direte che per me è facile, ma io sono certo che in tanti condividano le mie idee, anche se poi non hanno il coraggio di esporsi». Alcuni docenti erano presenti all’incontro, ma hanno espressamente chiesto che il loro nome non venisse riportato. Per Livio Sera, di Alter.Polis, il collettivo maggioritario degli studenti, che aveva chiesto la sala per l’incontro, la minore partecipazione del Poli dipende anche «dalla mentalità aziendalista e produttiva per cui tutto ciò che porta contratti e lavoro va bene a prescindere». Il momento di maggior tensione è stato quando ha preso la parola un giovane originario dell’Argentina, Pablo, che si è detto contrario al boicottaggio accademico di Israele. «Quando ho iniziato a parlare mi hanno interrotto quasi subito e non hanno voluto ascoltare le mie ragioni. Credo siano in cattiva fede, c’è purtroppo ancora oggi antisemitismo e oggi ne ho avuta una prova». «Ha parlato quasi quanto i relatori – replica Sera, di Alter.Polis – gli è stato dato tutto lo spazio possibile, mi spiace che se ne sia andato via offeso».

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