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Homo sacer a destra: Israele ha molti nemici, vicini e lontani, espliciti o sotterranei. Vive da sempre, da ben prima della sua fondazione, in uno stato di assedio, circondato da stati ben infinitamente più vasti, popolazioni più numerose, economie enormemente ricche non per merito loro ma per i proventi del petrolio. Sono separate su tutto, si combattono da sempre, ma condividono lo scopo di distruggere Israele. Questa convinzione genocida generale, tranquilla, sincera, serena, soddisfatta di sé, è il primo problema di chi cerca di ragionare su Israele e sulla sue ragioni come facciamo noi. Essa infatti apre prospettive vertiginose sulla continuità storica dell’odio e dei pregiudizi e pone in sostanza il problema di Caino. Se ad appena settant’anni dalla Shoah vi sono pastori evangelici (http://it.gatestoneinstitute.org/7586/consiglio-mondiale-chiese-israele ) e vescovi cattolici (http://www.jpost.com/Christian-News/Catholic-church-in-Israel-accuses-Israel-of-responsibility-for-current-Palestinian-violence-445375 ), persone che si dicono comuniste (http://ilmanifesto.info/parlamentari-pd-e-sel-in-palestina-situazione-disperata-spinge-a-gesti-estremi/ ) , oltre naturalmente ai neofascisti (http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/08/09/news/boicotta_israele_a_roma_spuntano_manifesti_contro_i_negozi_dei_commercianti_ebrei-93449976/ ) e ai musulmani che fanno quel che è in loro potere per aiutare i palestinisti a distruggere lo stato di Israele – che ovviamente implica una nuova Shoah, questo non significa semplicemente che vi è davvero il segno di Caino, l’odio inestinguibile delle Chiese (di tutte le chiese) dei partiti (di tutti i partiti di destra e di sinistra, a parte le rare eccezioni liberali) per il popolo che ha mantenuto la sua libertà spirituale e la sua fedeltà all’eredità religiosa di cui è depositario? Capisco che questa dichiarazione possa suonare eccessiva. Ma solo nel tempo in cui ho scritto questa cartolina, martedì pomeriggio, in poco più di un’ora, ho ricevuto sul mio computer tre avvisi di allarme per attentati in Israele: alle 16.56 un attacco col coltello a Petah Tikvah, alle 17.11 uno con le pistole a Gerusalemme, alle 18.35, alle 19.11 un altro col coltello, che ha provocato un morto e dieci feriti sul lungomare di Tel Aviv/Yafo (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Breaking-Israeli-wounded-in-Petah-Tikva-terror-stabbing-447246 ). Tutto ciò nell’ambito di quella che Abbas ha definito l’altro ieri una “pacifica protesta”, senza suscitare obiezioni da parte di nessuno. (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/209023 ). Nel frattempo si dice, senza alcuno scandalo, che Hamas è preoccupato per il crollo dei suoi tunnel d’attacco che penetrano nel territorio di Israele per compiere attentati e sequestri e pensa che Israele possa essere “responsabile” (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=61648 ). Il problema, dal mio punto di vista, non sono neanche gli attentati in sé, cui la società israeliana è in grado di resistere con fermezza, ma anche con moderazione, senza cercare vendetta.
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