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Due sintomi Cari amici, vi do due notizie fresche su cui riflettere. La prima l’avete forse letta perché è uscita su molti giornali, è la sconfitta secca nelle elezioni slovacche del centrosinistra e del suo leader Robert Fico, che oltre a togliergli la maggioranza ha anche aperto le porte del parlamento a una formazione neofascista (http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/05/news/slovacchia_senza_governo_i_populisti_primi_ma_non_vincono-134859542/ ). E’ lo stesso risultato, in sostanza delle ultime elezioni inglesi, francesi, austriache, polacche, ecc. ecc. Gli europei (almeno quelli del Nord e del centro del continente, in Spagna, Portogallo Grecia e forse in Italia le cose vanno ancora differentemente) non vogliono essere governati dalla sinistra, non vogliono essere invasi dai clandestini, non vogliono diventare Eurabia. Questa volontà urta contro l’ideologia della burocrazia dell’Unione Europea, condivisa da alcuni governi fra cui quello italiano e soprattutto quello tedesco. Nel frattempo la sfiducia dell’Europa è diventata generale. Lo mostra la seconda notizia, pubblicata solo da Repubblica: il 56% degli italiani è favorevole alla chiusura delle frontiere, cioè all’eliminazione del patto di Schengen (https://triskel182.wordpress.com/2016/03/07/italia-anti-europea-56di-no-a-schengen-e-solo-un-terzo-ha-fiducia-nella-ue-ilvo-diamanti/ ). Certo, sarà più scomodo fare turismo, sembra ragionare la maggior parte degli italiani, ma in questa maniera sarà più facile bloccare l’invasione. Io non credo che il mezzo sia il più adeguato, ma è evidente che gli italiani non sono favorevoli all’”accoglienza”, checché ne dicano il papa, Renzi, Mattarella, e anche la maggior parte della stampa. Non c’è mai stata dall’inizio del processo di integrazione europea, una tale separazione fra le aspirazioni e le paure dell’elettorato e i piani strategici del vertice politico. Anche perché quest’ultimo, a parte gli appelli moralistici o i ricatti politici, non è mai riuscito a spiegare la razionalità politica, economica, storica, culturale del lasciare campo aperto a un’emigrazione ostile, criminogena, per nulla emergenziale e provvisoria. Il problema, non mi stanco di ripetere, è che non c’è quasi un’opposizione democratica a questa follia. E che come i comunisti negli anni '20 in Italia e negli anni '30 in Germania, con la loro folle politica di opposizione integrale furono un fattore politico decisivo per l’avvento al potere di Mussolini e di Hitler, così oggi i progressisti che vogliono introdurre l’islam in Europa probabilmente produrranno terribili lotte civili e fors’anche il ritorno delle dittature di destra. Ugo Volli |
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