Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/03/2016, a pag.57, con il titolo " Il rettore del Poli nega agli studenti l'aula per la protesta anti-Technion" la cronaca di Fabrizio Assandri della ennesima sconfitta delle iniziative BDS contro la relazione tra il Politecnico di Torino e il Technion di Haifa. Si veda anche il precedente articolo uscito su IC: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=61611
Marco Gilli, rettore Politecnico Torino
«Non concederò la sala a un incontro schierato che non ha niente di scientifico». Il rettore del Politecnico Marco Gilli ha negato l’aula chiesta per giovedì dal gruppo «Studenti contro il Technion» per discutere del boicottaggio all’ateneo di Haifa con cui l’Università e il Poli hanno siglato un accordo di collaborazione e scambio. Gli studenti promettono che nonostante il diniego del rettore l’incontro si terrà lo stesso. Come avvenuto la settimana scorsa all’Università, che in un primo tempo aveva dato l’ok all’incontro, salvo fare dietrofront quando si era accorta che era «unilaterale e senza contraddittorio».
Prof.Ugo Volli
Alcuni docenti, come Ugo Volli, accusano gli studenti di antisemitismo, altri attaccano l’ateneo perché negando la sala limiterebbe la libertà di espressione. Le critiche L’accordo è da mesi oggetto di critiche – sostenute da una petizione per il boicottaggio firmata da 55 prof universitari torinesi – per le collaborazioni del Technion con l’esercito israeliano. «L’università è per sua natura dialettica – dice Gilli – non possiamo ospitare un incontro contro qualcuno. E poi il Technion è molto aperto e vi lavorano tanti ricercatori arabi». Per Gilli «la scienza deve unire gli stati, non dividerli». La sala era stata richiesta dal collettivo Alter.Polis, di cui fanno parte i rappresentanti degli studenti negli organi di ateneo. Anche Cua, Studenti Indipendenti e il Consiglio degli studenti (con l’astensione dei giovani vicini a CL) hanno appoggiato l’iniziativa. «Giovedì ci sarà Enrico Bartolomei, attivista che conosce i legami militari del Technion – spiegano dal collettivo “Progetto Palestina” -. Abbiamo invitato anche i docenti Zucchetti e Tartaglia».
Ing.Gabriel Levy
Le voci a favore Intanto nell’assemblea al Campus Einaudi, nell’aula occupata dagli studenti, c’era anche una voce pro Technion: quella dell’ingegnere italo-israeliano Gabriele Levy, laureatosi proprio nell’ateneo di Haifa nel 1988. Aveva preparato un discorso, ma «visto lo spirito dell’incontro», ha scelto di non prendere la parola. «Al Technion circa il 20% degli studenti è arabo, il primo rettore si chiamava Albert Einstein, l’ateneo è il 29° nel ranking mondiale, qui si sono inventate tecnologie e hanno studiato premi Nobel» spiega. Il boicottaggio? «Fa danni ai palestinesi che lavorano in fabbriche israeliane. Mi chiedo perché si boicotti Israele e non la Siria o l’Iran». Gli studenti rivendicano il diritto di «organizzare incontri unilaterali: lo studio serve a schierarsi». [
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