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Se la si invoca soltanto, non ci si deve poi lamentare se la pace non arriva 07/03/2016

Gentilissima Redazione, ieri quattro suore Missionarie della Carità ed altre dodici persone sono state massacrate ad Aden, nell'attacco terroristico alla casa di riposo per anziani e disabili che gestivano, ed un sacerdote salesiano risulta scomparso, non si sa se rapito. Ho letto la notizia su Avvenire e sulla Stampa. Mi dispiace di non trovarne menzione su IC. Se fossero stati giornalisti o tecnici, probabilmente se ne parlerebbe di più, ma credo che anche queste persone, indiane ed africane, uccise intenzionalmente, verosimilmente perché cristiane, mentre assistevano malati indifesi in un Paese devastato dalla guerra civile e dallo scontro per procura iraniano-saudita, meritino di essere ricordate.

Molto cordialmente,
Annalisa Ferramosca

La persecuzione dei cristiani nel mondo arabo-musulmano è un fatto gravissimo, che IC richiama sempre. Non pubblichiamo invece le cronache, a meno che includano riferimenti a Israele. Non abbiamo ripreso le cronache dell'uccisione dei due tecnici italiani, per lo stesso motivo. In compenso avrà notato il nostro diverso atteggiamento nei confronti del terrorismo rispetto alle scelte di chi si limita a invocare la pace. Il terrorismo si combatte, oltre che con le armi quando è indispensabile, anche con un linguaggio approppriato, assente dalla stampa cattolica. Non c'è da stupirsi poi se l'attenzione dei media è scarsa.
Ci fu un tempo in cui i papi chiedevano aiuto ai regnanti per fermare l'invasione musulmana dell'Europa. Oggi avviene il contario.
Cordialmente,

IC Redazione 


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