Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 05/03/2016, a pag. 13, la breve "Cisgiordania: investe un soldato, uccisa una palestinese".
Anche oggi il quotidiano dei vescovi è in prima fila nella disinformazione sistematica contro Israele. Rispetto ad altre brevi che Avvenire pubblica su quanto accade in Israele quasi ogni giorno, oggi la relazione causa-effetto tra gli eventi non è invertita: diversamente da quello che accade di solito, viene riportato prima l'attacco terroristico e poi la (naturale) reazione israeliana.
In compenso, però, la terrorista non viene definita come tale, altro grande classico della disinformazione. Inoltre assistiamo al solito computo dei morti: insensato, se non viene spiegato come e perché sono morti: gli israeliani, in attacchi che hanno subito da parte dei terroristi palestinesi; i palestinesi, perché fermati da militari o cittadini israeliani mentre stavano compiendo questi stessi attentati. Le violenze non esistono da sole: chi le compie è responsabile. Ma l'elenco dei morti che fa Avvenire elude tutto ciò: e senza distinzione tra assassini e vittime civili non c'è spazio per la responsabilità.
Ecco la breve:
Gerusalemme. Una donna palestinese ha ferito un soldato israeliano investendolo con la sua auto a Goush Etzion, in Cisgiordania, poi è stata uccisa dai militari. «Nell'auto è stato ritrovato anche un coltello», secondo l'esercito israeliano, che ha spiegato che il militare non è in pericolo di vita. Dall'inizio di ottobre ad oggi le violenze e le aggressioni individuali nei territori palestinesi, a Gerusalemme e in Israele, sono costati la vita a 181 palestinesi, 28 israeliani, un americano e un cittadino eritreo.
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