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La Stampa Rassegna Stampa
04.03.2016 I neonazisti di Bds occupano un'aula all'università di Torino, nessuno si oppone
Cronaca di Fabrizio Assandri

Testata: La Stampa
Data: 04 marzo 2016
Pagina: 47
Autore: Fabrizio Assandri
Titolo: «Università, aula occupata dal 'collettivo Palestina'. Bis annunciato al Poli»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/03/2016, a pag. 47, con il titolo "Università, aula occupata dal 'collettivo Palestina'. Bis annunciato al Poli", la cronaca di Fabrizio Assandri.

Di fronte alle posizioni degli sparuti gruppetti di più o meno consapevoli antisemiti che aderiscono alla campagna razzista Bds è necessario assumenre una posizione chiara di netto rifiuto. Bds è del tutto insensibile alle vere violazioni dei diritti umani che avvengono in Medio Oriente da parte di regimi dispotici e terroristi islamici, mentre cerca di strangolare l'unico luogo dove tutti i cittadini hanno pari diritti e opportunità, a prescindere da convinzioni politiche e religiose, gruppo etnico di appartenenza, colore della pelle. Agli israeliani viene imputata una colpa soltanto, in fondo, dai boicottatori: quella di esistere, di essere vivi, di non volersi fare massacrare in una nuova Shoah. Per questo occorre chiarezza e ooporre alle pretese del movimento Bds un fermo rifiuto.

Ecco l'articolo:

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BDS: i nuovi nazisti antisemiti

Come avevano annunciato, gli studenti hanno tenuto lo stesso l’“assemblea contro il Technion”. Un incontro affollato, con oltre cento ragazzi, ma anche docenti e ricercatori, per boicottare l’ateneo di Haifa, per le sue collaborazioni con l’esercito israeliano. L’Università di Torino aveva fatto dietrofront sulla sala che aveva in un primo momento concesso al collettivo “progetto Palestina” all’interno del campus Luigi Einaudi, con la motivazione che «mancava la controparte».

Ieri gli studenti l’aula se la sono presa lo stesso, occupandola giusto un attimo prima che i responsabili della sicurezza la chiudessero a chiave, come fanno in genere quando finisce una lezione. Non ci sono state tensioni, né interventi da parte delle forze dell’ordine, che hanno seguito la vicenda “a distanza”.

«D’ora in poi cercheremo di interrompere ogni incontro che l’Università e il Politecnico terranno insieme al Technion», hanno detto gli studenti. E rilanciano: «Abbiamo chiesto una sala al Politecnico, per giovedì prossimo: vogliamo organizzare un incontro con i docenti Tartaglia e Zucchetti, che hanno firmato l’appello al boicottaggio del Technion». Da corso Duca degli Abruzzi una risposta non è ancora arrivata. Qualche mese fa, a un incontro critico col masterplan della Cavallerizza, il Poli negò la sala.

«Cari ragazzi, dobbiamo riflettere. Io non perderei l’occasione di avere il contraddittorio». La “strigliata”, sia pure coi guanti, all’assemblea è arrivata a sorpresa da un relatore mancato, l’antropologo Roberto Beneduce. Doveva stare al tavolo degli interventi: invece si è limitato a partecipare all’incontro e a prendere parola alla fine. Ha detto che «costruire nell’università il nemico significa perdere di vista il problema». Secondo l’antropologo, «invitare la controparte può servire a smontare le sue pseudoragioni e serve a far crescere l’interesse intorno al tema dei diritti in Palestina». Un invito che ha colto di sorpresa:«“Qualche mese fa il dipartimento ha organizzato un incontro sul boicottaggio di Israele, aveva cercato il contraddittorio, ma nessuno voleva questo ruolo», dice uno studente del collettivo. La questione è molto dibattuta. Gli studenti rivendicano con orgoglio di essere schierati. «Caro rettore, ma se faccio una conferenza su Darwin, devo invitare i creazionisti?», recitava uno dei cartelli. «Qui parliamo di diritti umani, non andrei a un incontro dove ci sono responsabili del governo israeliano» ha detto l’altro relatore, Ronnie Barkan, israeliano attivista dei diritti palestinesi. «Quella del contraddittorio – dice Elana Ochse, docente di inglese – è un’obiezione che si fa quando un’iniziativa non piace». «Una vergogna», dicono la docente Barbara Sorgoni, antropologa, e Javier Gonzalez Diez, assegnista di ricerca.

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