Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/03/2016, a pag. 20, con il titolo "Panebianco, ancora contestazioni a Bologna", la cronaca di Ilaria Venturi.
Angelo Panebianco, nuovamente attaccato a Bologna
Il rientro del professor Angelo Panebianco a lezione, dopo le contestazioni, è sotto scorta. Quattro agenti in borghese fuori dall’aula, altri due nella saletta a fianco. E a trecento metri dalla facoltà di Scienze politiche, sei blindati schierati anche per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Ateneo contestata dai collettivi. Bologna vive un’altra giornata di allarme sovradimensionato, con momenti di tensione che hanno visto protagonisti gruppi di appena una decina, o poco più, di antagonisti. Il politologo è entrato in aula alle nove di ieri mattina trovando, a sorpresa, seduti in fondo, un gruppo di suoi colleghi, tra cui il figlio di Nino Andreatta, Filippo, che qui insegna scienza politica. «Non potevamo lasciarlo solo », spiegano i professori che seguono fino alla fine la lezione. Ci sono le telecamere fuori e solo una decina di attivisti che sullo scalone dello storico palazzo dove ha insegnato Romano Prodi mandano a tutto volume la “Cavalcata delle valchirie” e proiettano filmati con le frasi del docente sulla guerra uscite sul Corriere della Sera (Panebianco viene accostato a Mussolini).
Non si sfioreranno nemmeno, il professore e gli antagonisti. Panebianco in un’aula al primo piano parla ai quindici ragazzi che seguono il suo corso “Teorie della pace e della guerra”, infastiditi dalla situazione. I fotografi aprono la porta, «vi prego no, devo tutelare chi è in aula», sbotta il docente. La musica e gli slogan (“Panebianco, cuore nero”) dei contestatori, che tentano un’azione di disturbo nell’indifferenza di tutti gli altri studenti, non arrivano al piano superiore. Panebianco parla della teoria della scelta razionale, sociologia pura. Nella pausa si rivolge ai colleghi: «Spero di non avervi annoiato, vi ringrazio con molto calore ». Ai suoi studenti, prima di essere portato via dal retro dagli agenti, dice: «Spero che tutto questo non disturbi la vostra serenità ». È l’unico accenno alle due interruzioni a lezione subite la scorsa settimana, con l’accusa di essere guerrafondaio, che lo hanno portato ora a muoversi sotto tutela.
Alla solidarietà accademica e politica al docente, ieri si sono aggiunte le parole del ministro Gianluca Galletti e di Pierfer-dinando Casini: «È un maestro che non può essere contestato». Anche la protesta all’inaugurazione dell’anno accademico si esaurisce nell’allontanamento di venti attivisti dall’ingresso dell’aula magna dove si è svolge la cerimonia nel nome di Umberto Eco, alla presenza del figlio Stefano e della moglie Renate. L’Ateneo protegge Panebianco. E piange per il suo maestro più illustre.
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