IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 21 al 27 febbraio 2016
Volontariato in Israele
Questa settimana due amici di età e provenienza molto diversa sono partiti per un periodo di volontariato in Israele con Sar El e Maghen David Adom. Penso sia interessante per i lettori di Informazione Corretta avere qualche notizia in più su due tra le tante possibilità di aiutare tangibilmente lo Stato d’Israele. Sar El è acronimo di Sherut le Israel. Il programma è nato nel 1982 durante la guerra del Libano in cui era più che mai necessario affiancare a IDF, l’esercito israeliano, un supporto di mano d’opera esterna. Aharon Davidi, all’epoca generale di brigata, riuscì in poche ore a mobilitare oltre seicento persone che si misero a disposizione per svolgere mansioni di ogni tipo nei Kibbutzim e alleviare così la forte pressione sui riservisti. Ogni partecipante maggiorenne di qualunque nazionalità e religione può impegnarsi per periodi brevi, medi o lunghi, non è prevista ricompensa mentre è garantita la copertura delle spese di viaggio, di vitto e di alloggio. Ogni anno oltre cinquemila volontari di Sar El di tutto il mondo ricevono la divisa di IDF e sono chiamati a svolgere compiti logistici, di preparazione di cibo, di assistenza sanitaria o di manutenzione delle attrezzature dell’esercito, mentre è tassativamente esclusa la partecipazione alle azioni militari. Ho scelto di accompagnare queste righe con alcune immagini che, meglio di tante parole, permettono di cogliere l’entusiasmo e la gioia dei partecipanti di tutte le età.
Il Magen David Adom, abbreviato MDA o MADA, è l’organizzazione di emergenza medica israeliana. Nel 1918 i pionieri che si trasferirono in Palestina si riunirono a Jaffa e decidono di dar vita a un ente ebraico che traesse ispirazione dagli scopi della Croce Rossa per permettere a medici, infermieri e paramedici di prestare aiuto alla popolazione e ai soldati della Brigata Ebraica. Il primo nucleo di fondatori è composto da oltre cinquecento volontari. Nelle finalità dell’atto costitutivo si legge: “quando scoppierà un'epidemia o vi saranno feriti sul campo di battaglia, non potremo affidare la cura dei nostri eroici soldati ai figli di una nazione straniera che parlano una lingua straniera. Non faremo consolare i nostri soldati, che si trovano sul letto di un ospedale, nel nome di un simbolo straniero o sotto una bandiera sacra per un popolo a noi straniero”. Nel 1930 si costituisce l’associazione di mutuo soccorso Maghen David Adom di Tel Aviv e Chaim Halperin viene nominato comandante.
La storia di quegli anni racconta di numerosissimi interventi prestati per le strade e nei luoghi in cui gli insediamenti urbani cominciano a prender forma. Nel 1931 una raccolta fondi è dedicata all’acquisto della prima ambulanza che viene presentata davanti alla casa dell’allora sindaco di Tel Aviv Meir Dizengoff. Sempre Tel Aviv accoglie la prima sede, cui seguono con grande rapidità Gerusalemme, Haifa, Sfat, Karkur, Kfar Saba, Ra'anana e Herzliya. Alla vigilia della nascita dello Stato d’Israele le unità locali sono 24, le ambulanze 28 e i volontari 5.000: i numeri di allora sono utili per capire il ruolo strategico che il Magen David Adom da sempre riveste in quanto componente fondamentale di IDF, riconosciuta a tutti gli effetti e presente sempre quando si tratta di salvare o soccorrere vite umane, in condizioni di emergenza in Israele e nel mondo. Il riconoscimento dell’emblema è stato uno dei problemi diplomatici di più difficile soluzione.
Solo nel 2006 MDA è stato accettato come membro effettivo della Croce Rossa Internazionale senza dover rinunciare al simbolo. E’ trascorso un anno dai tragici avvenimenti di terrore avvenuti a Parigi, durante i quali anche il giovane ebreo tunisino Yoav Hattab ha perso la vita. L’Associazione Amici del Magen David Adom Italia ha lanciato una raccolta di fondi per donare una motocicletta veloce e attrezzata che porti il nome di Yoav per continuare a salvare vite umane. “Yoav - si legge nella homepage di www.amdaitalia.org - è stato un eroe perché, senza indugiare, ha rischiato la propria vita nel tentativo di salvare gli altri ostaggi dell’Hypercasher parigino. Parlando l’arabo, ha creduto di poter “negoziare” con il terrorista islamico, ha sperato di poterlo dissuadere. La vita di Yoav Hattab è una storia particolare di ahavat Israel e, al tempo stesso, una storia universale perché rappresenta una possibilità di pace. Io amo Mosè. Io amo Gesù. Io amo Maometto è il messaggio emblematico che Yoav ha scritto su Facebook, e che non vogliamo perdere: l’ideale di pace che tutti noi auspichiamo. Per non essere indifferenti e poiché davvero non basta dire “Io sono Yoav” desideriamo offrire al Maghen David Adom in Israele una moto medica completamente equipaggiata per il pronto soccorso (…) In questo modo, aiuteremo il Maghen David Adom ad affrontare una situazione di quotidiana emergenza: dall’inizio dell’ondata di terrore, dal 13 settembre 2015 fino al 17 gennaio 2016, le unità del MDA sono intervenute con trattamenti medici di emergenza su 318 vittime, 29 delle quali sono morte e 289 sono state ferite. Inoltre, le unità del MDA hanno assistito più di 105 persone afflitte da sintomi da stress.”
Masa, il programma di maggior successo di Agenzia Ebraica, celebra in questi giorni il suo decimo anno di attività. Il 13 e il 14 marzo, a Milano e Roma, Masa sarà tra i protagonisti di Israel University Day: un appuntamento importante da segnalare ai giovani che pensano di trascorrere un periodo di studio in Israele. Termino queste righe ricordando un’alyà appena conclusa: a Ester e alla sua famiglia il più affettuoso bezlachà per la nuova vita in Israele.
Claudia De Benedetti