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La Stampa Rassegna Stampa
26.02.2016 Come una start up israeliana combatte il terrorismo sui mari
Cronaca di Massimo Russo

Testata: La Stampa
Data: 26 febbraio 2016
Pagina: 6
Autore: Massimo Russo
Titolo: «Mediterraneo, i cacciatori di navi fantasma usano i Big Data per scovare i terroristi»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/02/2016, a pag.6, con il titolo " Mediterraneo, i cacciatori di navi fantasma usano i Big Data per scovare i terroristi"la cronaca di Massimo Russo.

a destra la nave Jupiter, 'scoperta
grazie a Windward

Immagine correlata
Massimo Russo

Alla fine di settembre dell’anno scorso Jupiter, un mercantile battente bandiera delle isole Cook, è stato fermato dalla autorità italiana  dopo aver lasciato le coste dell’Algeria, mentre stava navigando verso il Libano. La nave è stata condotta nel porto di Cagliari e qui , da un controllo nellla stiva , sotto il carico di granito sono comparse 20 tonnellate di cannabis  per un valore sul mercato di quasi 200 milioni di euro. Dietro la segnalazione che ha permesso il sequestro c’è una start up i sraeliana . La società si chiama Windward, come il videogioco fantasy di battaglia navale, ma si occupa di cacciare navi fantasma attraverso modelli di fisica e algoritmiche macinano enormi quantità di dati. La
sede di Windward è nonlontano da Rothshild Boulevard, nel distretto di Tel Aviv che somiglia a un pezzo  di Silicon Valley del Medio Oriente.


Ami Daniel, Matan Peled della start up windward

Risultati immagini per start up windward logo

Di mattina il quartiere dorme ancora, gli sviluppatori di codice e i nerd che arrivano in Israele da tutto il mondo sono gente che secondo stereotipo si sveglia tardi, porta a spasso il cane, fa surf o jogging sul vicino lungomare e poi si chiude a programmare fino a notte fonda. I bar e i ristoranti sotto l’edificio in cui si trova la società hanno serrato i battenti all’alba, poche ore fa, ma nell’appartamento - già troppo piccolo per i 60 dipendenti - il lavoro non si ferma. Qui si analizzano oltre 100 milioni di dati al giorno, appartenenti a 200 mila navi che solcano i mari del globo, assicurando il 90 % dei commerci. Di che si tratta? Di tutto: fonti aperte come i dati di registrazione dei cargo, informazioni commerciali su carico e destinazioni , tracciamento delle rotte, linea di galleggiamento per desumere il riempimento delle stive, informazioni grezze riservate provenienti dai servizi di sicurezza. «È un po’ come cercare un ago in un pagliaio», spiega Alon Podhurst, vicepresidente della società. «La tecnologia e i sistemi di calcolo servono per macinare le informazioni e illuminare i
comportamenti anomali». Separare le anomalie dal rumore di fondo. Si può trattare di una nave che improvvisamente cambia rotta al largo del Marocco e torna indietro senza aver toccato alcun porto, oppure di un mercantile che davanti alla Spagna si ferma per due giorni e mezzo e, come dicono qui, « va al buio», spegne i sistemi radar di segnalazione e si rende irreperibile, per poi riapparire 49 ore dopo a poche miglia di distanza. Gli Oceani e il mar Mediterraneo sono il nuovo campo di sfida dell’intelligence. L’Europa ha decine di migliaia di chilometri di coste e come dimostra la vicenda dei migranti - sorvegliarle è molto difficile. Secondo le informazioni d i Windward , nel so o mese di gennaio più di 9 mila cargo e petroliere sono entrati in Europa, di questi oltre 5 mila 500 battevano bandiera ombra, oltre 540 provenivano da Paesi sospettati di connessioni con il terrorismo. Significa che erano salpati o avevano attraversato le acque territoriali di Libia, Siria o Libano. Centonovanta sono poi risultati appartenere a società con una sola nave, e 11 hanno denunciato una falsa identità. Quando i monitor di Windward segnalano un allarme, le cause possono essere le più d sparat e: dalla pesca di frodo
nelle isole del Pacifico a una violazi one dei confini in Asia , dal trasporto di immigrati
clandestini al contrabbando in Sud America, dal commercio illegale in Africa  Orientale alla spedizione di armi verso lo Yemen. «Le segnalazioni sui sospetti vengono poi girate ai nostri clienti». Nessun nome, ma si tratta nella maggior parte dei casi di agenzie
governative : guardia costiera, dogane, intelligence. Del resto i due fondatori di Windward, Ami Daniel e Matan Peled, provengono entrambi dalla Marina militare israeliana. Molte anomalie riguardano l’Italia. Come il mercantile partito da Misurata, in Libia, lo scorso novembre, sparito al largo della Tunisia e ricomparso alcune ore dopo, per poi attraccare a Pozzallo, in Sicilia. A fianco alla sicurezza, l’altro campo di attività di Windward è la finanza. Da oltre un anno la societ à compila un bollettino quotidiano dell’ammontare delle scorte di greggio del l ’ Iran, st occate nei depositi galleggianti. Avere un quadro i n t empo real e dei movimenti di merci sui mari del globo è
 un’informazione di grande rilievo per analisti , banche e broker. Esistono indici, come il Baltic Dry, che attraverso l ’andamento del commercio marittimo servono a prevedere l’evoluzione dell’economia. È per questo che, a differenza da altre start up, Windward non ha probemi di finanziamento. «Non diamo informazioni sui nostri risultati economici, ma in un mercato senza reali concorrenti finora abbiamo raccolto 17,3 milioni di dollari » , sottolinea Michal Chafets, responsabile del marketing. Tra soci e consulenti troviamo i nomi di David Petraeus, ex capo della Cia, Tom Glocer, ex amministratore di Reuters, Gabi Ashkenazi, già capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano. Tra i fondi Horizons Capital, che appartiene al magnate cinese delle telecomunicazioni Li KaShing, e Aleph ventures. «Penso che arriveremo a 90 dipendenti entro fine anno», conclude soddisfatta Chafets. «Il selvaggio West degli oceani ha bisogno di guardiani».

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direttore@lastampa.it

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