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Informazione Corretta Rassegna Stampa
20.02.2016 Israele: dove la giustizia è uguale per tutti e la morte è quotidiana
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 20 febbraio 2016
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Israele: dove la giustizia è uguale per tutti e la morte è quotidiana»

Israele: dove la giustizia è uguale per tutti e la morte è quotidiana
Commento di Deborah Fait

a destra la famiglia Weismann
Tuvia ucciso a coltellate
nel supermercato

Israele ha una peculiarità, in verità una tra le tante, che poche nazioni al mondo hanno. Scrivo spesso che Israele è un paese che non conosce la noia, un paese dove una notizia, anche la più importante, dopo qualche ora, passa in seconda linea di fronte ad avvenimenti nuovi, quasi sempre tragici.
Sono passati solo tre giorni da quando Ehud Olmert, già primo ministro di Israele, è stato accompagnato in prigione e già non se ne parla più, come non si parla più di un ex presidente, dimessosi dalla carica prima del processo, e condannato a 7 anni di carcere per turpitudine, cioè per essere stato accusato di violenza sessuale su alcune sue collaboratrici quando era ministro del turismo. Dopo il processo Moshè Kazav fu incarcerato, era il 2011, nel marzo del 2016 saranno 5 anni tondi tondi e tutto fa pensare che sconterà la sua pena fino all'ultimo giorno.
A capo del collegio di giudici che decise la sua condanna era George Karra, un arabo israeliano, che in seguito sarà candidato alla Corte Suprema del Paese in cui, secondo i tanti odiatori, vige l'apartheid!
Un'apartheid che vede 52 giudici arabi, un giudice arabo alla Corte Suprema, 16 deputati arabi, arabo è il terzo partito del Paese. Per non parlare dei drusi che sono nostri fratelli e arrivano ai gradi più alti dell'esercito, della Knesset e della diplomazia o dei beduini le cui donne studiano finalmente all'università, insegnano nelle scuole ebraiche, diventano medici e avvocati.
Ricordiamo un beduino, Ismail Khaldi console a S.Francisco. Questo è il paese dell'apartheid!

Ma non divaghiamo, Olmert, condannato a 19 mesi per corruzione, si farà la sua galera come decretato dai giudici. Naturalmente lui si proclama innocente ma fosse dipeso da me lo avrei condannato solo per l'obbrobrio dei palazzi dell'affare Holyland, un vero e proprio colpo nello stomaco, e per aver attentato, facendosi corrompere, alla gloria di Israele e alla storia pulita e onesta dei suoi Padri fondatori.

 Israele non è un paese corrotto, la sua è una storia di gente che ha sempre amato l'essenziale e che fino agli anni 90 del secolo scorso andava orgogliosa di una dignitosa quasi-povertà. Credo comunque che oggi sia molto difficile trovare un paese dove non esista la corruzione, nemmeno i paradisi scandinavi ne sono esenti e lo dimostrano proprio recentemente le accuse al Ministro degli esteri svedese, Margot Wallstroem, si proprio quella che aveva accusato Israele di omicidi extraterritoriali, coinvolta in uno scandalo immediatamente insabbiato.
Qual' è allora la differenza tra Israele e il resto del mondo occidentale ?
Semplice, in Israele la legge è proprio uguale per tutti e chiunque, dal Presidente all'ultimo cittadino del Paese, se giudicato colpevole, paga il suo debito con l'assoluta certezza della pena. Israele è l'unico paese al mondo che ha processato, giudicato e condannato un Primo Ministro, unico paese al mondo che ha processato e condannato alla galera un Presidente dello stato.

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 Ho nominato i Padri (e Madri) fondatori e mi vengono inevitabilmente alla mente Golda Meir e il suo tre camere e cucina in cui riceveva i ministri offrendo loro tazze fumanti di caffè; Menachem Begin e la sua onestà; David Ben Gurion, i capelli bianchi al vento, la sua camicia aperta, gli immancabili sandali marroni e la sua casetta nel kibbuz Sdè Boker nel Neghev dove si possono ancora vedere le consunte poltrone di pelle dove lui e Paula passavano le serate e , naturalmente, l'immensa libreria.
Personaggi unici e leggendari che gli israeliani non dimenticano e di cui hanno sempre nostalgia.

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La vicenda di Ehud Olmert è finita e cancellata dalle cronache dei media perchè nel frattempo sono accadute altre cose molto più gravi e dolorose. Aveva 21 anni, si chiamava Tuvia, serviva nell'Unità combattente di Nahal, sposato con un bimbo di pochi mesi. Erano tutti e tre, Tuvia, la giovanissima moglie e il loro bambino, al supermercato per fare la spesa prima dello Shabbat quando due ragazzini di 14 anni, due esemplari dell'esercito di bambini assassini allevati da Abu Mazen e, prima di lui , da Arafat che aveva inventato e programmato i corsi propedeutici per terroristi organizzando lezioni di odio e violenza dalle scuole materne in su.
I due quattordicenni hanno colpito Tuvia alle spalle, lo hanno pugnalato due, tre, cinque volte, i medici hanno trovato una quantità di coltellate, fino a quando è caduto agonizzante sotto gli occhi stravolti della moglie e del suo bambino.
Poi , scappando hanno accoltellato, ferendolo, un altro avventore del supermercato fino a quando sono stati uccisi e trasformati, per il popolo palestinista e il suo capo supremo, detto anche da Papa "angelo della pace"Abu Mazen, in martiri.

 Ricordiamolo Tuvia Weissman, ragazzo di 21 anni, assassinato perchè ebreo, ricordiamolo bello e sorridente come ce lo mostrano le foto assieme al suo bambino. Oggi, durante i suoi funerali, come sempre con la partecipazione di migliaia di persone in lacrime, altri tre israeliani sono stati accoltellati, otto attacchi terroristici in 12 ore. Nei 4 mesi dell'intifada dei coltelli sono state uccise 33 persone innocenti, più di 300 i feriti e a Ramallah non hanno più strade, piazze e scuole da intitolare agli assassini.

Ne parlano i media in Italia? Forse mi è sfuggito, ma non ho sentito la notizia della morte di Tuvia nè della morte di Almog assassinato a Tel Aviv mentre parlava al telefono con la sua ragazza, nè di Eden colpito a morte da un sedicenne arabo mentre dormiva in autobus o di Gal che era di guardia alla tomba dei Patriarchi a Hebron.
Vite inutilmente spezzate da giovanissimi terroristi cresciuti ed educati all'odio, imbevuti di veleno, senza anima e senza coscienza, veri e propri zombi adolescenti programmati per uccidere.

 Mentre Israele è invaso da questi giovani assassini pronti a tutto pur di ammazzare l'ebreo ecco che arriva un' altra minaccia all'esistenza di Israele dal Libano, dove Nasrallah, non pago della guerra in Siria, ha minacciato di far saltare per aria gli impianti di ammoniaca di Haifa che,  ha dichiarato il mascalzone, avrebbero l'effetto d una bomba all'idrogeno e potrebbero ammazzare quasi un milione di israeliani.
Danny Danon, ambasciatore di Israele all'ONU, ha chiesto a Ban Ki- moon di condannare simili dichiarazioni genocide ma la risposta è stata il silenzio.
Mi sarei meravigliata del contrario vista l'ossessione antisraeliana di cui l'ONU si nutre e dopo le dichiarazioni del Segretario Generale sui poveri ragazzini palestinesi che ammazzano per frustrazione e non per puro odio razzista.

Per finire in gloria ho letto oggi una notizia scandalosa che arriva dall'Italia. A Milano, alla Fiera del turismo, BIT, esiste uno stand della "palestina" che non parla di Ramallah o di Gaza, bensì di Israele. Gerusalemme, il Monte degli Ulivi, la Chiesa del Santo Sepolcro, tutto in chiave palestinese. Presentano Israele, i suoi luoghi sacri, le sue bellezze, chiamandolo palestina, nei depliant si legge che la "palestina" va dal mare Mediterraneo al fiume Giordano, con tanto di gigantografia dell'aquila palestinista. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1214872701874652&set=pcb.1214882395207016&type=3&theater
 Israele è scomparsa per riapparire come palestina. Si suppone che lo stand sia stato organizzato dall' URNWA perchè ragazzi che lavorano per questa agenzia palestinista, targata ONU, giravano tra la gente chiedendo soldi e firme non si sa per quale motivo.
Ho saputo che negli anni passati lo stand denominato "palestina" (lo scrivo sempre minuscolo intenzionalmente) esponeva banchi pieni di sassi....forse in onore dalle sassaiole che i bambini arabi palestinisti, dolci e innocenti creature, scagliano contro le auto di israeliani tentando di farli uscire di strada.
 Provate a pensare cosa sarebbe successo se, durante una fiera internazionale del turismo, anzichè negare l'esistenza di Israele attribuendogli un altro nome, qualcuno avesse aperto uno stand negazionista nei confronti di qualsiasi altro paese del mondo.

Eppure qualcuno osa ancora parlare di pace tra Israele e una popolazione di terroristi dove le madri si lamentano di non avere abbastanza figli da mandare ad assassinare ebrei.

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Deborah Fait
"Gerusalemme, Capitale di Israele, unica e indivisibile."


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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