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La Stampa Rassegna Stampa
19.02.2016 No al museo del fascismo a Predappio
Cronaca di Stefano Pezzini

Testata: La Stampa
Data: 19 febbraio 2016
Pagina: 19
Autore: Stefano Pezzini
Titolo: «Cinquanta storici: 'Noi favorevoli al museo del fascismo'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/02/2016, a pag. 19, con il titolo "Cinquanta storici: 'Noi favorevoli al museo del fascismo' ", la cronaca di Stefano Pezzini.

Abbiamo già discusso di quanto sia inopportuno un museo del fascismo a Predappio, il fatto che alcuni storici si siano espressi diversamente non cambia le carte in tavola. Lo studio e l'approfondimento è sempre indispensabile per vincere il fascismo (anche quello di ritorno), ma edificare un museo a pochi metri dalla casa che fu di Mussolini, oggi ignobile meta di pellegrinaggio per decine di migliaia di nostalgici, rischia di legittimare chi ancora considera Mussolini e il fascismo come modelli anziché come un sanguinario dittatore e un regime criminale.
Si faccia come è avvenuto in Germania e negli altri paesi occupati da Hitler, dove sono stati sì costruiti musei e memoriali, ma con altre intenzioni: documentare gli orrori di quello che fu la dittatura. Una proposta che non piacerà al sindaco di Predappio, il cui intento commerciale verrebbe così ridimensionato, una bella botta al turismo nostalgico ! Il sindaco è del PD, qualcosa vorrà pur dire.

Ecco l'articolo:

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Predappio, luogo di pellegrinaggio per decine di migliaia di neofascisti

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Mussolini         Giorgio Frassineti, sindaco di Predappio

Cinquanta storici, docenti in atenei italiani e stranieri, intervengono sul progetto del sindaco di Predappio Giorgio Frassineti di creare, nell’ex casa del fascio del paese natale di Mussolini, un museo storico sul fascismo. «Come storici riteniamo che la costruzione di un museo sul periodo fascista della storia italiana sia da valutare in modo positivo, considerate le garanzie di serietà, rigore scientifico che il sindaco Frassinetti ha sempre posto come requisiti necessari. Chi sostiene che un museo non possa che essere di tipo celebrativo e paventa una possibile deriva nostalgica che questo potrebbe favorire, non conosce i numerosissimi esempio di musei che in Europa e nel mondo intero sono stati capaci di affrontare momenti drammatici e tragici della storia mantenendo il primato della conoscenza, della contestualizzazione storica, del rispetto dei fatti e dei documenti e favorendo interpretazioni critiche capaci di coinvolgere in modo positivo e problematico i visitatori». Per questo i cinquanta studiosi offrono al sindaco: «L’incoraggiamento perché possa portare avanti il progetto, trovare le risorse necessarie e riuscire poi a coinvolgere in modo efficace le tante competenze che sono necessarie perché il progetto possa diventare un modello innovativo di conoscenza».

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direttore@lastampa.it

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