Riprendiamo da FAMIGLIA CRISTIANA di oggi, 18/02/2016, a pag. 10, con il titolo "Non ci sono stati silenzi ma un'azione prudente", la lettera di Augusta Pacelli, Annunziata Pacelli.
In questa lettera i silenzi colpevoli di Pio XII vengono completamente ignorati, con il classico argomento che sarebbero stati funzionali alla protezione di molti ebrei, nascosti in strutture ecclesiastiche. Ma questa argomentazione non tiene conto della enorme influenza che potevano avere le dichiarazioni del Papa che, però, non arrivarono mai. Persino il settimanale cattolico scrive "azione prudente", ma ci stava bene "prudentissima", tanto da identificarsi con "silenzio".
Ecco la lettera:
Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli
Abbiamo apprezzato le parole di amicizia tra papa Francesco e il rabbino Di Segni nella sinagoga di Roma. E provato dispiacere per il silenzio circa le centinaia di migliaia di ebrei aiutati e salvati dalla Shoah dalla Chiesa e dallo stesso Pio XII. I loro discendenti non sanno, o non ricordano? Eppure, alla morte di quel Papa, nel 1958, Golda Meir, futuro primo ministro di Israele, diffuse questo messaggio: «Partecipiamo al cordoglio dell'umanità... Quando un tremendo martirio si abbatté sul nostro popolo, la voce del Papa si levò nel nome delle vittime. La nostra vita fu illuminata dal suono di quella voce, rivelatrice di grandi verità morali, facendole germogliare dai tumulti bellici quotidiani. Piangiamo la scomparsa di un grande servo della pace». Non ci sono stati silenzi nella Chiesa, ma un'azione prudente, nell'accoglienza, per ordine di Pio XII, in conventi, chiese, clausure di intere famiglie, a Roma e in tutta Europa. Lo vogliamo ricordare qualche volta?
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