venerdi 22 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Corriere della Sera Sette Rassegna Stampa
12.02.2016 Benvenuti al monte Hermon, il paradiso innevato di Israele
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera Sette
Data: 12 febbraio 2016
Pagina: 51
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Sciare fra mine e mortai»

Riprendiamo da SETTE di oggi, 12/02/2016, a pag. 51, con il titolo "Sciare fra mine e mortai", il commento di Davide Frattini.

Immagine correlata
Davide Frattini

Immagine correlata
Il monte Hermon, nel nord di Israele

I cartelli avvertono di non sciare fuoripista, i prati adesso coperti di neve sono disseminati di mine, anche se la guerra sta dall'altra parte: su queste montagne non si combatte più da quarantatre anni. Dai duemila-duecento metri di altitudine si vede Damasco nei giorni limpidi —è a quaranta chilometri — e in quelli foschi il fumo delle esplosioni nei villaggi siriani. Quassù gli israeliani vengono a sciare da quando le alture del Golan sono state tolte al regime di Assad e annesse. Il lato israeliano del Monte Hermon è l'unica stazione sciistica del Paese affollata per i pochi mesi (a volte settimane) in cui il sole del Levante non scioglie la neve. Le cabine d'arrivo delle seggiovie sono affiancate dagli avamposti del l'esercito, fanno da punti d'osservazione verso le valli dove dal conflitto del 1973 si muove ancora l'esercito nemico.

In realtà il confine con la Siria è stato il più tranquillo in questi decenni, le analisi dell'intelligence si sono complicate quando gli scontri della guerra civile si sono awicinati alla frontiera: con i ribelli che combattono il presidente Bashar Assad alle torri di guardia israeliane si sono appressati anche i gruppi legati ad Al Qaeda e quelli fedeli allo Stato Islamico. La vera preoccupazione degli ufficiali di Tsahal non sono le infiltrazioni o un possibile attacco via terra. II rischio per chi scia o si ferma negli chalet a prendere il sole è rappresentato dai colpi mortaio: non vengono sparati per colpire da questa parte, spesso sono tiri finiti fuori bersaglio, sarebbero stati indirizzati a qualche villaggio siriano.

Nel gennaio di due anni fa le piste sono state bersagliate da lanci di razzi ma da un altro confine, quello con il Libano, da dove l'organizzazione sciita e filo-iraniana Hezbollah tiene sotto pressione Israele in uno scambio di colpi che sembra non finire mai. Le seggiovie sono rimaste chiuse per due giorni, poi gli israeliani hanno ricominciato ad arrivare come se nulla fosse successo. Da Tel Aviv, sulla costa del Mediterraneo, sono tre ore di auto e venire tra queste montagne è un po' come andare all'estero.

Per inviare la propria opinione a Sette, telefonare 02/6339, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


sette@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT