Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 04/02/2016, a pag. 41, con il titolo "Atom Egoyan mette in scena la vendetta per l'Olocausto", la recensione di Paolo D'Agostini (tra quelle uscite ci è parsa quella che più ha capito il film).
La locandina
Il vecchio ebreo Zev, sopravvissuto allo sterminio nazista, è appena rimasto vedovo che si vede affidare dal coetaneo Max, come lui alloggiato presso una casa per anziani e come lui sopravvissuto all’Olocausto, una lettera contenente le dettagliate istruzioni (infatti Zev soffre di amnesie da demenza senile. Il dato, capirete, è fondamentale) per stanare l’uomo che si nasconde in America facendosi chiamare Kurlander ed è colui che settant’anni prima ha distrutto le loro vite. Questo è il livello visibile di un coinvolgente thriller, congeniale alla cifra creativa del regista canadese Atom Egoyan, in cui quasi nulla è come ci appare. Non immaginerete neanche lontanamente di quale pasta sia realmente fatto il meticoloso, sofisticato piano di vendetta che vediamo perseguito e messo in scena e infine realizzato. Forse non tutto ha una spiegazione. Ma ciò non disturba più di tanto, anche grazie alle due interpretazioni, che riescono a rendere credibile anche ciò che non lo è.
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