Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 04/02/2016, a pag. 3, l'edeitoriale "Amnesia in moschea".
2008: Barack Obama entra in una moschea del Cairo: inizia la ritirata degli Usa dal Medio Oriente
Obama ha compiuto la sua prima, storica visita in una moschea negli Stati Uniti. Un momento tipicamente americano, l’omaggio di un presidente al patriottismo delle fedi, “l’abbraccio della moschea con la sinagoga”. Un momento tipicamente obamiano, il ritorno in moschea: Obama iniziò con la visita al Cairo in una moschea e fu un discorso tragico. C’erano tutti i semi della sua ritirata. Ora apre l’ultimo anno in un’altra moschea. E’ il gesto di appeasement di chi ha trascorso otto anni ad ammansire i due grandi poli dell’islamismo mondiale: l’Iran khomeinista e la Fratellanza musulmana. Dalla regina d’Olanda a Trudeau a Obama, è il vizio di una certa classe dirigente liberal di andare in una moschea a chiedere scusa per la “retorica inaccettabile”. Inaccettabile è che le frange radicali dell’islam abbiano dichiarato guerra all’occidente. Questo Obama non lo ha detto. Mai.
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