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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.02.2016 Minoranze e criminalità: la Germania e la cospirazione del silenzio
Commento di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 febbraio 2016
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «Minoranze e criminalità: la Germania e la cospirazione del silenzio»

Minoranze e criminalità: la Germania e la cospirazione del silenzio
Commento di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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Le violenze di Capodanno a Colonia

Chi analizza i media pregiudizialmente contro Israele non avrebbe mai immaginato di scoprire, come è avvenuto di recente in Germania, un’altra forma di pregiudizio: media, polizia e politici tutti insieme a nascondere notizie che coinvolgono atti criminali compiuti da migranti musulmani. Lo si è scoperto dopo le violenze sessuali sulle donne in molte città tedesche e in altri paesi europei la notte di Capodanno da parte dei rifugiati da paesi musulmani. All’inizio non veniva citata la loro identità nazionale né che le stesse violenze erano accadute anche in altre città tedesche, come Bielefeld e Dortmund. Si è dovuto aspettare il 4 gennaio che ZDF e altre importanti stazioni Tv rivelassero che la maggior parte degli assalitori di Colonia erano rifugiati musulmani, cosa che la polizia sapeva benissimo la notte di Capodanno. I rapporti rivelarono che a Colonia vi erano state 670 denunce di aggressioni da parte di donne, 300 a Amburgo; in numero minore anche a Stoccarda.

Ci volle più di una settimana prima che i media riferissero che 500 immigrati avevano violentemente assalito delle donne in un nightclub a Bielefeld. A Dortmund, un rapporto riferì di una folla minacciosa di circa 300 persone, all’apparenza formata da stranieri. Incidenti e molestie di minore entità si sono verificati anche in altre città tedesche come Monaco, Francoforte, Dusseldorf a Berlino. In questi casi l’informazione venne nascosta per un tempo relativamente minore. Ma questo è ancora niente in confronto con ciò che si è saputo dopo, la cancellazione di importanti notizie per un lungo periodo di tempo.

Il 16 gennaio la polizia di Dussldorf ha condotto un raid nel più popoloso quartiere maghrebino della città, dove le attività criminali erano da lungo tempo ben conosciute. Le indagini – codice ‘Casablanca’ - erano iniziate nel giugno 2014. Nel novembre 2015 erano stati identificati perché sospetti 2.200 giovani nordafricani, accusati di aver commesso circa 4.000 crimini e 1.300 furti. Ci si chiede come sia stato possibile in un paese democratico europeo nascondere informazioni su così tanti criminali per la durata di un anno e mezzo. Un tempo così lungo può essere spiegato per la lotta agli spacciatori di droghe in una giungla latino americana. Ma Dusseldorf, capitale della Westfalia del Nord, si trova nella più grande democrazia dell’Europa occidentale. Se guardiamo su Google il progetto Casablanca non ne troviamo traccia per gli anni 2014-2015. Che cosa hanno fatto i media locali ? Sono stati complici nel nascondere le informazioni ? Si è poi saputo che a inizio ottobre 2014, politici di primo piano della Nord Westfalia erano informati dei crimini commessi dai rifugiati nordafricani: furti, ubriachezza, violenza sessuale sulle donne. Lo si è saputo da un rapporto redatto in quel mese dalla commissione statale per gli affari interni. Per non creare panico fra la gente, quell’informazione non venne resa pubblica.

Questa politica, nascondere la verità ai cittadini, venne approvata da tutti i partiti facenti parte della commissione. Ci sono molti indizi di collusione nel modo in cui in Germania i crimini dei migranti sono stati avvolti nel silenzio. In questo caso però c’è la prova di una rilevante cospirazione politica. Lothar Hegemann, un deputato cristiano democratico da lunga data nel parlamento della Nord Westfalia, ha dichiarato dopo Colonia “per la prima volta, da anni, si può parlare liberamente dei crimini commessi dagli stranieri senza essere subito insultati e chiamati destrorsi”. Espressioni simili indicano in genere il Male, anche settanta anni dopo la guerra.

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Europa diventa Eurabia

Claudia Zimmermann, una giornalista freelance per la stazione WDR, ha dichiarato in un radio talk-show olandese, che ai dirigenti della WDR era stato detto di riferire solo notizie positive sui rifugiati, per sostenere la politica del governo Merkel. Aggiunse che non era una sorpresa, “dato che siamo un ente pubblico, finanziato con i soldi dei cittadini. Il che significa esprimere l’opinione del governo, non quella dell’opposizione”. Notò anche che quella politica ebbe inizio con l’uso della frase “cultura del benvenuto”. Ora, dopo le violenze sessuali e i furti di Colonia, qualcosa sta cambiando, anche altre voci critiche si fanno strada. La WDR negò ogni addebito, e anche Zimmermann cancellò i suoi commenti, definendo “un non senso” ciò che aveva detto, spinta dall’atmosfera del talk-show in diretta. Oggi gli scandali si susseguono. Un poliziotto ha dichiarato a Bild, il quotidiano più diffuso in Germania, di aver denunciato negli ultimi mesi un solo cittadino tedesco, tutte le altre denunce riguardano rifugiati. Ma è anche stato istruito a non esagerare con gli arresti, i rifugiati meglio lasciarli andare via. Un alto funzionario di polizia a Francoforte ha dichiarato che “ci sono istruzioni dal consiglio di amministrazione dell’ordine pubblico di non rendere pubblici i crimini commessi dai rifugiati. E ai media rispondere solo a domande specifiche”. Questa cospirazione del silenzio da parte delle forze dell’ordine e dei media è motivata dal fatto che se venissero resi noti gli atti criminali dei rifugiati dai paesi musulmani, questo rafforzerebbe le forze della destra.

Tuttavia, è stata questa prolungata cospirazione del silenzio su larga scala che ha reso possibile, come mai prima d’ora, la violenza di Capodanno. Dopo gli eventi di Capodanno, molti altri casi di crimini commessi da rifugiati stanno venendo alla luce, pubblicati sui media più importanti. Tre siriani sono stati accusati di avere aggredito e forse violentato due ragazze in una piscina a Monaco. Rifugiati cristiani sono stati violentemente aggrediti da musulmani. Il quotidiano Die Welt ha scritto che molti del personale addetti alla scurezza, turchi e arabi, non solo sceglievano di guardare da un’altra parte, ma pertecipavano alle violenze sulle vittime. Altri rapporti riferiscono di attacchi a Dortmund, uno dei quali riguarda il pestaggio di due travestiti da parte di un gruppo di arabi. A Flensburg, cinque ragazze dai 14 ai 16 anni, sono state aggredite sessualmente da un afgano in una piscina di Hannover. E questi sono solo alcuni esempi. I media riportano costantemente altri incidenti, sempre aggiornadoli, tanto che potrebbero terminare con un (...continua...).

I responsabili della politica israeliana possono imparare da quanto è avvenuto. Primo, come i media in una democrazia occidentale possono eliminare per lungo tempo notizie critiche su un argomento importante. Questo tipo di pregiudizio si adatta perfettamente alla abituale omissione da parte dei media delle intenzioni genocide dichiarate pubblicamente da Hamas, dal maggior partito palestinese, e i molti altri crimini commessi dai palestinesi. Secondo, contiene una buona risposta alla prossima accusa a Israele da parte dei rappresentanti della UE per quelli che vengono definiti problemi con la propria democrazia. Ci si può riferire alla complicità della polizia, dei media nell’Europa democratica, nel promuovere la cospirazione del silenzio su tutto quello che riguarda la diffusa criminalità fra i rifugiati. Il risultato di questo silenzio è l’applicazione dello stato di diritto in favore dei criminali. Ma questo silenzio è soltanto un aspetto dei molti problematici temi che sono venuti alla ribalta con forza in Germania all’inizio del 2016. Anch’io termino scrivendo: alla prossima puntata…


Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.
Manfred Gerstenfeld ha ricevuto il premio "Simon Wiesenthal Center International Leadership" per i suoi studi sull'antisemitismo.
 


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