Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/01/2016, a pag.2, con il titolo "Leggono dal palco un messaggio del rabbino capo. Lui: mai inviato" una breve di agenzia.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
Attribuire un messaggio a una autorità religiosa importante quale è il rabbino capo di Roma, Riccardi Di Segni, è una notizia che porta a fare alcune riflessioni:
1. Ci chiediamo quale credibilità possano avere quei movimenti che si richiamano ad un ritorno a un passato che ci auguriamo non debba mai più tornare, quando la chiesa cattolica agiva politicamente in nome del potere statuale che aveva. Inventare un 'alleato' nel campo ebraico può indubbiamente tornare utile. Peccato che se lo siano inventato.
2. Se sono arrivati a tanto, non stupisce che abbiano dichiarato la presenza di 2 milioni di persone in uno spazio che può contenerne al massimo 300.000. Anche qui bugiardi recidivi.
3. Ah, dimenticavano, il soggetto di queste eroiche affermazioni, sono gli organizzatori del Family Day di ieri a Roma, che definiamo senza ombra di smentite "catto-medievali-reazionari". La Chiesa ufficiale benedice, ma prende le distanze.
E' più lungo il nostro commento della breve del Corriere, chiediamo venia ai lettori, ma quanno ce vò ce vò !
Una breve lettera attribuita al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni viene letta dal palco del Family Day: «La vostra manifestazione è importante perché non si stravolga il concetto di famiglia in una società già carente di certezze». L’ufficio stampa di Di Segni, però, diffonde subito dopo una nota: «Il rabbino capo di Roma non ha partecipato né aderito al Family Day, né ha inviato alcun messaggio».
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