domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
28.01.2016 Le improvvide affermazioni della signora Mogherini
La intervista Marco Zatterin

Testata: La Stampa
Data: 28 gennaio 2016
Pagina: 5
Autore: Marco Zatterin
Titolo: «'L'Europa rischia di implodere, un'illusione abolire Schengen'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 28/01/2016, a pag. 5, con il titolo "L'Europa rischia di implodere, un'illusione abolire Schengen", l'intervista di Marco Zatterin a Federica Mogherini.

L'incompetente Mogherini ribadisce ancora che l'Iran sarà un partner dell'Occidente decisivo per risolvere la crisi siriana. Sembra un'affermazione ironica, visto che si riferisce al più grande sostenitore di terrorismo dell'intero Medio Oriente (da Hamas a Gaza a Hezbollah in Libano, dai ribelli houti in Yemen al regime di Assad in Siria), ma non lo è.
Mogherini afferma inoltre di essere "in sintonia con Renzi". Che lo dimostri, allora, a noi risulta che da mesi sia calato il gelo tra i due, come riportato su diversi quotidiani nei giorni scorsi.

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Marco Zatterin

Immagine correlata
Federica Mogherini

Immagine correlata
L'Iran: "Terroristi? Noi?"

«Vedo un rischio molto serio di implosione, anche se resto convinta che l’Europa abbia gli strumenti, la capacità e la forza per gestire questi numeri». Federica Mogherini propone una risposta a due facce all’allarme lanciato da molti, a partire dal premier francese Valls, sull’Ue che rischia di perdere Schengen e la sua stessa vita per colpa della crisi dei rifugiati. Ammette le minacce, l’alto rappresentante per la Politica estera. Però tiene salda la barra della speranza e continua a tessera la tela diplomatica, sulla Siria come sui migranti. Oggi vola a Berlino dove vedrà Frau Merkel ventiquattro ore prima del premier Renzi. Si dice che i due si parlino poco. Lei nega e, non rinunciando a un piccolo rimprovero al suo presidente Juncker, assicura: «Matteo e io siamo, e saremo, dalla stessa parte». Mogherini pensa che per rendere sostenibile l’emergenza degli sbarchi basterebbe che gli Stati attuassero le norme che hanno votato. «Se l’Ue agisce in modo razionale, con fiducia in se stessa e solidarietà, si andrà avanti - assicura - in caso contrario, l’alternativa è un ritorno indietro».

Chiudendo i confini e bruciando Schengen?
«È un’illusione pericolosa pensare di poter gestire le migrazioni con il reinserimento dei controlli alle frontiere. Ci farebbe perdere una delle nostre più grandi conquiste, con costi economici e politici incalcolabili, e non aiuterebbe a controllare meglio il fenomeno. Sino a un anno fa, le politiche migratorie erano puramente nazionali. E proprio perché non funzionavano abbiamo cominciato a introdurre forme di solidarietà europea, faticosamente decise e non attuate».

Alla riunione di Amsterdam s’è avuta l’impressione che le capitali scontino la fine di Schengen. È così?
«Da qui a maggio ci attendono due vertici europei. Sono importanti perché gli Stati facciano il punto sulle decisioni già prese. Sui centri hotspot, sulla ricollocazione, sui rimpatri, sulla cooperazione con Africa e Turchia. La loro attuazione è molto lontana dall’essere completa. La percentuale sulla ricollocazione è ridicola. I governi devono pensare a come accelerare. Il che non chiuderà il flusso, ma aiuterà a gestirlo in modo sostenibile e allontanerà il male peggiore».

C’è chi parla di «suicidio rituale» per l’Europa anche dai banchi del Consiglio europeo.
«È una battaglia politica. Le maggiori critiche alle proposte della Commissione di una solidarietà europea vengono da paesi che quasi non conoscono l’emergenza migranti. La base di ogni crisi è un atteggiamento psicologico. Oggi c’è la percezione del "suicidio collettivo" nei paesi che meno sono esposti ai flussi. E non dove, come in Italia e Germania, si sta cercando una soluzione».

Sta per incontrare la cancelliera Merkel. Come valuta il criticato ruolo che ha avuto nel gestire la crisi migratoria?
«Se c’è una crisi umanitaria, un paese serio non può che onorare i propri doveri legali e morali, dando protezione a chi fugge dalle guerre. Certo, bisogna che lo sforzo sia sostenibile, e qui interviene la necessità di agire insieme, la necessità di Europa. Altrimenti, se l'accoglienza non è condivisa, diventa insostenibile e si rafforzano l’estremismo e la xenofobia».

E se anche Berlino mollasse?
«L’effetto sui flussi sarebbe difficile da gestire. La chiusura a domino delle frontiere non farebbe che spostare il problema sui rispettivi vicini, fino ad arrivare ai confini dell'Unione, e al rischio che a implodere siano i paesi dei Balcani, il Libano, la Giordania o la Turchia. Questo moltiplicherebbe i fattori di instabilità, creando anche potenziali nuovi flussi».

E’ stata in Turchia. Come va?
«Ho trovato volontà di realizzare molte delle cose che abbiamo concordato. In Turchia passa ora il canale principale dei migranti e dei rifugiati. Collaborare per gestire i flussi serve anche a loro, per non diventare crocevia globale del traffico di esseri umani. Non è un baratto "soldi per rifugiati". È un partenariato che per funzionare ha bisogno anche di risorse, come stiamo facendo anche con Giordania e Libano».

Scommette che fra qui a un anno non avremo una mini Schengen?
«Non serve scommettere, ma lavorare perché l’ipotesi non si ponga. Se questa crisi diventasse l’occasione per sviluppare strumenti europei che mancano, fra un anno potremmo avere un'Europa non in crisi e più integrata. Occorre volontà politica e leadership».

Anche in Siria. Crede che possa funzionare il modello del negoziato iraniano?
«L’accordo con l’Iran ci ha insegnato che ciò che sembra impossibile diventa possibile se la comunità internazionale è unita, se c’è uno schema in cui ognuno ha qualcosa da guadagnare. Stiamo provando a fare la stessa cosa. Col vantaggio di poter aver al tavolo uno degli interlocutori che più direttamente hanno influenza su una parte in causa. L’Iran, appunto».

E i russi? Dovrete annacquare le sanzioni perché giochino?
«E’ vero il contrario. La Russia cerca un ruolo centrale sullo scacchiere medio-orientale e questo può condurla ad avere più interesse all'attuazione degli accordi di Minsk, la cui piena implementazione porterebbe a un superamento delle sanzioni».

Dopo il match Renzi-Juncker, lei ha detto che è stupido alimentare divisioni. A Palazzo Chigi pare non sia piaciuto.
«Non bado alle ricostruzioni. Una frase come questa, pronunciata nel giorno in cui il presidente della Commissione attacca uno Stato membro, secondo lei, come va letta?»

Ciò non toglie che il clima è stato effervescente. Ritiene che sia vincente per uno Stato battere i pugni sul tavolo?
«È giusto che l’Italia renda esplicite le sue posizioni, anche il suo interesse nazionale. Serve affermare la propria posizione, e serve costruire le alleanze, trovare le soluzioni migliori per il paese e per l’Europa. Sulle banche, c’è stato un ottimo accordo fra Commissione e Italia, frutto di posizioni chiare del governo e di costante lavoro con le istituzioni. E’ la prova che i canali ci sono e funzionano. Non vedo contrapposizioni, vedo sinergie».

Immagine correlata
Matteo Renzi


A Roma, il risultato di tutto questo, sono le voci di un grande freddo fra lei e Renzi.
«Ci conosciamo da dieci anni. Possiamo avere stili diversi, può esserci maggiore o minore accordo su alcune singole questioni, ma questo non cambia il fatto che Matteo è il presidente del Consiglio del governo di cui ho fatto parte, e delle cui scelte sono fiera, ed è il segretario del mio partito. Abbiamo obiettivi comuni. Siamo sempre stati, siamo e saremo dalla stessa parte».

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT