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Per una memoria attiva, per Israele 27/01/2016

Aderendo all'invito del Foglio, ho preso oggi la kippah , ma prendo le distanze da quanti oggi ricordano la Shoah, stucchevoli rituali del "non dimenticare". Facciamo una proposta : non celebriamo più la Shoah il 27 gennaio di ogni anno, e ricordiamo tutti gli altri 364 giorni dell'anno che Israele ogni giorno deve lottare contro un terrorismo sempre più imprevedibile e cruento, che ogni giorno ci sono appelli e comitati e ong che vogliono la distruzione di Israele sotto mentite spoglie, che viviamo in un'Europa che è fortemente anti semita e che finanzia i terroristi di Hamas con le nostre tasse. Tutto questo dobbiamo combattere.

Annalisa Rossi

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Come per gli indiani d'America, anche per gli Ebrei evidentemente vale il detto "l'Ebreo buono è quello morto". Infatti si celebra la giornata della Memoria per ricordare le vittime dell'Olocausto, ma intanto si marchiano i prodotti israeliani (per me Giudea e Samaria fanno parte di Israele) e contemporaneamente si intensifica il boicottaggio. Purtroppo.

Lorenzo Tocco

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Oggi Giornata della Memoria. Si ripete ogni anno il dovuto - e in alcuni ambiti - retorico omaggio per le vittime della Shoà. Il popolo ebraico vive perennemente sulla propria pelle il ricordo di nefasti episodi che l’hanno reso vittima (tuttora) di una parte religioso-politica, ottusa quanto criminale (cattolicesimo e company) e dei lacchè, servi di un iniquo potere temporale. Abbiamo il dovere di combattere senza sosta i pregiudizi di altre religioni integraliste monoteiste, pregiudizialmente rigorose e moraliste nel proprio ambito dottrinale e, le loro emanazioni ideologiche che, in molte occasioni inneggiano come un esausto e sfiatato mantra alla distruzione d’Israele, ripercorrendo pericolosamente gli itinerari ideologici-ignobili di stampo ferocemente nazista. E’ un dovere ricordare le vittime dell’immane tragedia, senza distogliere comunque l’attenzione e la vigilanza sui germogli nefasti e in alcuni casi dalla proliferazione invasiva della gramigna antisemita. Am Israel hai.

Jean Génois

E' fondamentale che il ricordo delle vittime assassinate durante la Shoah non sia sciolto dalla difesa degli ebrei che oggi vivono in Israele e altrove. Per questo indossare una kippah è, da non ebrei, un bel gesto di sostegno e solidarietà. Per questo, inoltre, ricordare le vittime non può esaurirsi in vuota retorica ma deve tradursi nel sostegno attivo allo Stato di Israele.

IC redazione


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