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Dov'è la linea? Cari Amici, a destra Amira Hass mi scuserete se sfido la vostra pazienza chiedendovi di leggere qualche brano di un articoletto della più sfegatata nemica di Israele che scriva su un giornale di quel paese, pubblicato su “Internazionale”.
Interessante, vero? Una fondazione europea vuole finanziare un progetto per combattere le violenze sessuali e gli incesti (che nei paesi arabi, checché ne dica Hass, sono un tantino più diffusi che in Europa o in Israele, ecco due riferimenti di fonti piuttosto filopalestiniste: http://www.fmreview.org/FMRpdfs/FMR27/37.pdf ; http://www.globalthinkersforum.org/violence-against-women-in-palestine/ ). Il testo mostra chiaramente che questa non è solo l'opinione delle anonime donne citate nell'articolo, e neppure dell'Unione Europea che attraverso l'Autorità Palestinese lautamente “aiuta le famiglie dei martiri”, tanto da rendere molto conveniente sacrificare un figlio per ottenere sicurezza economica e prestigio: è anche l'opinione della signora Hass. La morale è che per Hass bisogna aiutare gli assassini, finanziare il loro sanguinoso lavoro. Questa è la morale della sinistra israeliana. Non a caso la Hass era vicina a quel Nawi che è stato recentemente arrestato dopo che un'inchiesta televisiva lo ha mostrato vantarsi di fare l'agente provocatore per consegnare alle torture e alle esecuzioni della polizia segreta di Fatah gli arabi disposti a prendere in considerazione la sua offerta di vendere a un ebreo i loro terreni. Anche in questo caso, come in quello della Hass, non si tratta semplicemente di solidarizzare coi “poveri palestinesi oppressi”, ma di aiutarli ad ammazzare i loro nemici. Piaccia o no, questa è la moralità della sinistra israeliana oggi. Non a caso a Nawi hanno espresso solidarità “B' Tselem” e anche personalmente A.B.Yehoshua che fa parte del comitato pubblico di quella associazione. Di più, Hass si è presa per lui una meschina vendetta pubblicando (naturalmente su Haaretz, che ne condivide la responsabilità) il vero nome della persona che aveva ottenuto sotto pseudonimo l'autodenuncia di Nawi e mettendo così in pericolo la sua vita. E' un'involuzione di cui dovrebbero preoccuparsi innanzitutto gli ebrei che si sentono progressisti: dov'è la linea che separa la legittima opposizione al governo di Israele, che la democrazia israeliana tutela e anzi valorizza, dalla complicità con gli assassini? Invito tutti coloro che si sentono di sinistra nel mondo ebraico e fra gli amici di Israele, a pensarci bene. Ugo Volli |
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