Bella coerenza e grande credibilità
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
A destra: Hassan Rohani
Cari amici,
immagino che abbiate letto il bel corsivo di Andrea Mercenaro sul Foglio, riportato da IC di ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=61123). Se posso permettermi di rovinare la sua bella sintesi ironica, il succo era questo: il papa dice tante belle parole al mondo ebraico, ma poi cerca l'alleanza coi musulmani e appoggia Abbas.
Be', si potrebbero dire tante cose a questo proposito, cercare di distinguere e di spiegare; ma una cosa è certa, Francesco in questa pratica di suonare serenate ai “fratelli maggiori” e cercare di mettersi d'accordo con i nemici loro (e suoi, ma questo sembra che non l'abbia capito), non è affatto solo. A fianco ha almeno due paesi molto cattolici, ma tradizionalmente molto cinici, l'Italia e la Francia.
Vediamo il perché. Il 27 gennaio, lo sapete, è il Giorno della Memoria. Ignoriamo per il momento il problema se funzioni o meno, se sia un danno o un vantaggio per la preservazione della coscienza dei rischi dell'antisemitismo. Ne ho già parlato tanto, tante volte e temo che dovrò rifarlo ancora quest'anno. Diciamo solo che è una legge del nostro stato ed è anche una manifestazione popolare. Non c'è dubbio che fra una settimana esatta, ma anche un po' prima e un po' dopo, ci saranno discorsi di presidenti e di ministri, corone deposte, visite nei luoghi della persecuzione, programmi speciali alla televisione e sui giornali. Insomma, l'Italia farà il suo tributo verbale agli ebrei sterminati dal nazifascismo. La Francia è meno sentimentale, ma farà comunque qualcosa.
Bene, benissimo, comunque meglio di niente. Meglio un Giorno della Memoria che una Notte dei Cristalli, se mi permettete una battuta su una cosa così seria. Ma sapete che cosa accadrà in Italia nei due giorni precedenti alle celebrazioni, il 25 e il 26 gennaio? E in Francia il giorno stesso? No? Ve lo dico io (devo in realtà l'attenzione a una nota di Lucio Malan, senatore di Forza Italia, che ringrazio di questa iniziativa). Semplice, sia noi che la “sorella latina” avremo una visita. Una visita importante, quella di un presidente che di recente ha ottenuto una vittoria straordinaria sui maggiori poteri del mondo.
Eh già, il 25 gennaio verrà a Roma il presidente dell'Iran Rouhani, quello che è riuscito a farsi dare da Obama il permesso di stare all'orlo dell'armamento atomico e di diventare la potenza dominante in Medio Oriente, oltre a ricevere una paccata di miliardi di dollari, in cambio di nulla, il rilascio di quattro ostaggi quattro illegalmente trattenuti, un po' di belle parole. Sarà festeggiato come un grande capo di stato e come un uomo di pace, alla vigilia della Giornata della Memoria. Come ricorda Malan, però, “anche nel 2016 le autorità governative di Teheran terranno l'International Holocaust Cartoon Competition, il cui piatto forte sono le vignette che ritraggono ebrei nell'atto di costruire delle messinscene di Auschwitz o israeliani che fraternizzano con delle SS.”
Voi direte, vabbé, è l'Iran, ci sono i conservatori, ma Rouhani è moderato. Sarà. Ma cito ancora Malan: “Già nell'agosto 2013, il 'moderato' Rouhani aveva definito Israele 'una vecchia ferita del mondo islamico da rimuovere' e nel luglio 2014 'tumore sionista', concetto ribadito nell'ottobre scorso incontrando il ministro degli esteri libanese. Ciò si aggiunge alle dichiarazioni del vero numero uno dell'Iran, la 'guida spirituale' Alì Khamenei, il quale - ad esempio - in settembre ha dichiarato che Israele sarà annientato entro 25 anni.” Non c'è bisogno di raccontare a voi che cosa sia l'Iran oggi, il suo primato mondiale delle esecuzioni capitali (oltre 2000 l'anno scorso) l'intolleranza per le donne, i finanziamenti ai movimenti terroristi che minacciano Israele, le continue dichiarazioni sulla volontà di distruggere lo stato ebraico, l'imperialismo che cerca di estendere la propria influenza sulla Siria e il Libano, lo Yemen e l'Afghanistan...
Basta dire che uno degli scopi principali della politica iraniana è di eliminare Israele, “il cancro del Medio Oriente”, come dicono loro; il che è possibile solo al prezzo di una nuova Shoà, come è evidente a tutti. Bene, il governo italiano (e quello francese, che fa meno meraviglia, perché l'antipatia di Hollande per ebrei e israeliani è ben nota) il 27 celebra gli ebrei morti nella Shoà, il 25 e il 26 cerca di allearsi con quelli che ne vogliono ammazzare di nuovo altrettanti. Bella coerenza. E soprattutto, grande credibilità.
Ugo Volli