|
|
||
Violenza sessuale di massa in Germania: l’Europa non impara dagli ebrei Analisi di Manfred Gerstenfeld (Traduzione di Angelo Pezzana) L’abilità di un vero capo di stato consiste nella capacità di imparare dall’esperienza di ciò che avviene negli altri paesi. Sono pochissimi però i politici europei che negli ultimi decenni hanno imparato qualcosa da Israele. Le recenti violenze sessuali di massa a Colonia e in altre città tedesche – e il non averle sapute affrontare - ha dimostrato la loro incapacità di imparare da quello che è successo agli ebrei in Europa in questo secolo. Queste aggressioni sessuali di massa sono esplose in varie città tedesche, ma incidenti simili erano già avvenuti a Zurigo, Helsinki, Salisburgo, Vienna e in Svezia, ma lo si è saputo solo dopo la notte di Capodanno a Colonia, la più violenta di tutte. All’inizio venne dichiarato che circa 1000 uomini di origine araba e nordafricana avevano aggredito sessualmente e derubato delle donne alla Stazione Centrale. Fino al 5 gennaio la polizia di Colonia aveva ricevuto già più di 100 denunce da parte di donne per furto e violenza sessuale. Il 10 gennaio avevano già superato le 500. Alla stessa data la polizia di Amburgo ne aveva ricevute 133. Quella notte del 31 dicembre la polizia di Colonia aveva perduto il controllo della situazione, malgrado il capo delle forze dell’ordine avesse insistito nel dichiarare che avevano fatto tutto quanto era possibile. Era stato persino emesso un documento il 1° gennaio nel quale era scritto che la notte era stata tranquilla. Si è dovuto attendere il 6 gennaio prima che la polizia di Colonia arrestasse i primi due sospetti. Sorprendente, anche perché si è poi saputo che molti aggressori erano stati identificati dalla polizia quella stessa notte e che molti fra coloro che avevano assalito le donne erano arrivati di recente da Siria, Iraq e Afghanistan in quanto rifugiati. Informazione rimasta nascosta nei primi giorni. Dal punto di vista israeliano, il comportamento della polizia tedesca ha dell’assurdo. Per quegli israeliani cui non piace il governo di Netanyahu e come la polizia si comporta con i terroristi palestinesi colpevoli di assassinio, questo dovrebbe fornire spunti di riflessione su come reagiscono le autorità israeliane nelle circostanze più difficili. Nello scorso novembre il capo della polizia investigativa tedesca aveva previsto che il 10% dei nuovi rifugiati avrebbero tenuto comportamenti criminali. Nella sola Sassonia le statistiche rivelarono che era triplicato a 45.000 il numero richiedenti rifugio durante i primi nove mesi del 2015. I sospettati di crimini da 3.100 a 4.700 nello stesso periodo, responsabili di circa 10.000 atti illegali. La minaccia terrorista era poi ben conosciuta, la polizia di Monaco aveva circondato due stazioni ferroviarie il 31 dicembre per una segnalazione in base alla quale dei terroristi siriani e iracheni avrebbero compiuto un attentato kamikaze.
Perché il riferimento agli ebrei ? Calcolando la percentuale dei musulmani sul totale della popolazione europea, vediamo come un alto e sproporzionato numero di attentati anti-semiti sono stati commessi da immigrati musulmani negli ultimi 15 anni. Peggio ancora, le modalità di questi attacchi criminali importati in Europa da criminali islamici sono molto più violente di quelle causate da europei negli ultimi decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale. Tutte le uccisioni di ebrei in attacchi anti-semiti avvenuti negli ultimi dieci anni sono state commesse da musulmani. Gli attacchi nel 2014 alle sinagoghe di Parigi e Sarcelles da parte di teppisti musulmani non hanno precedenti nell’Europa occidentale del dopoguerra. L’importanza della città di Malmoe nella storia contemporanea ebraica deriva unicamente dalle violenze musulmane, per cui è conosciuta come la capitale europea dell’anti-semitismo. Le caratteristiche delle violenze commesse da alcuni immigrati musulmani avrebbero dovuto far riflettere i politici e la polizia europei. Con un minimo sforzo intellettuale si sarebbero dovuti accorgere che tutti i gruppi passibili di discriminazione da parte degli immigrati sarebbero stati a rischio, non soltanto gli ebrei. Lo si evince chiaramente dal numero dei delitti d’onore all’interno delle famiglie di immigrati, un’altra forma di crimine arrivata insieme ai rifugiati musulmani. Il numero degli abusi sessuali nella città inglese di Rotherham è da attribuirsi a circa 300 uomini di origine pachistana. Dopo i 16 anni il numero sale a circa 1.400. Le violenze sessuali di massa a Colonia e Amburgo ricordano stranamente quelle delle donne di Taharir Square al Cairo, quando la primavera araba si rivelò un sogno impossibile. L’islam non è soltanto religione e ideologia, la sua cultura nel mondo musulmano è molto differente da quella delle democrazie occidentali. Gli incidenti in Germania ancora una volta dimostrano quanto una parte di immigrati arrivi portando con sé comportamenti negativi da diverse parti del mondo musulmano. Le violenze sessuali sono un atto d’accusa schiacciante per la Cancelliera tedesca Angela Merkel e la sua politica dei confini aperti per i rifugiati. Secondo le ultime statistiche, nel 2015 sono entrati in Germania 1.1 milioni di rifugiati, molti dei quali senza controlli di sicurezza, causando anche in passato molti problemi. Furono in molti a mettere in guardia che la politica della Merkel avrebbe causato considerevoli difficoltà. In risposta alle violenze sessuali di massa, le organizzazioni musulmane tedesche hanno manifestato una reazione comune fra gli immigrati nel mondo occidentale. Hanno protestato contro la polizia per il suo comportamento, invece di chiedersi ‘che cosa possiamo fare per debellare quelle componenti dalla cultura dei nostri immigrati dai paesi musulmani’, una posizione che avrebbe contenuto l’ammissione dell’esistenza di quelle caratteristiche, invece hanno preferito condannare gli altri. Una analisi introspettiva fra i musulmani europei dovrebbe chiarire i motivi di quanto è successo. Invece è raro trovare fra i loro leader chi ammette che gli atti di terrorismo, come l’attentato alla stazione di Madrid del 2004, quello alla metropolitana di Londra nel 2005 e le stragi del 2015 di Parigi, sono da collegarsi all’islam e alla sua cultura. Bisogna approfondire di più quanto è avvenuto a Colonia e nelle altre città. Il futuro contributo economico, o fardello, della Germania nei confronti dei nuovi immigrati è con ogni probabilità secondario rispetto ai problemi sociali e criminali che stanno emergendo. Secondario persino ai problemi politici, come la crescita dei partiti e movimenti dell’estrema destra. Nel passato, molti media tedeschi sono rimasti in silenzio in merito ai crimini commessi dagli immigrati. Si è saputo di recente che per più di un anno la polizia di Dusseldorf era stata informata sulla presenza di circa 2.200 criminali di origine marocchina. Adesso si aggiungono rapporti sulle violenze sessuali nei centri accoglienza per immigrati. Quanto è accaduto a Colonia testimonia come la polizia e i media non abbiano informato su una minoranza con una percentuale di criminalità sproporzionata, un risultato spiegabile in base alla correttezza politica. Riflette altresì la mentalità corrente verso le minoranze e i crimini commessi dai tedeschi contro ebrei e altri gruppi più di 70 anni fa. La domanda rimane: quanto impareranno i tedeschi dalla rivolta di Colonia ? La risposta probabile è: non molto. Ogni incidente avrà la spiegazione a seconda di chi la formulerà. Nel frattempo, ogni giorno di più, verranno alla luce problemi che coinvolgono la realtà dei musulmani in Germania, problemi che verranno messi a tacere o nascosti alla pubblica opinione.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |