Un pericolo gravissimo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
non bisogna smettere di parlare dello stupro di massa di Colonia (http://www.corriere.it/esteri/16_gennaio_05/colonia-capodanno-migliaio-uomini-aggredisce-decine-donne-1297cedc-b392-11e5-9fa2-487e9759599e.shtml). Non perché sia la cosa più grave avvenuta in Europa negli ultimi mesi, questo è chiaro a tutti. La strage di Parigi due mesi fa e tutto quello che l'ha preceduta sono state ben più sanguinose. E neanche perché si tratti di un fenomeno così estremo da essere unico. Tutto il contrario, perché è un esempio fra i tanti. Lo stesso assalto alle donne è successo a Capodanno in altre città tedesche, anche piccole (http://www.express.co.uk/news/world/632735/Germany-sex-attacks-gang-rape-Cologne-New-Years-Eve), in Francia a Versailles (https://louyehi.wordpress.com/2016/01/08/a-versailles-comme-a-cologne/), in Finlandia, Austria e Svezia, che essendo "all'avanguardia" dell'Europa per l' "accoglienza" ha sperimentato questo in anticipo, tanto da meritarsi il titolo di "capitale occidentale dello stupro" (http://www.allenbwest.com/2015/10/mainstream-media-wont-tell-you-why-sweden-is-now-rape-capital-of-the-west/), tanto da meritarsi una voce apposita di Wikipedia (https://en.wikipedia.org/wiki/Rape_in_Sweden), da cui risuta che il fortunato paese scandinavo ha il più alto tasso di stupri dell'intera Europa (circa il doppio della Gran Bretagna, per esempio), ma il più basso tasso di condanne: giusto, non vorremo discriminare contro dei poveri immigrati... Il tasso svedese di stupri è sei volte superiore a quello americano, secondo al mondo solo al Sudafrica. La statistica dice che un quarto delle donne in Svezia è destinata a essere stuprata da un immigrato (http://www.frontpagemag.com/point/175434/1-4-swedish-women-will-be-raped-sexual-assaults-daniel-greenfield). E a proposito di Svezia, guardate che cos'altro hanno combinato gli immigrati nell'ultimo mese: http://www.gatestoneinstitute.org/7190/sweden-islam-taliban.
Del resto gli stupri non sono alternativi ad altri reati che gli immigrati commettono, vanno sommati ai crimini di Parigi e di Bruxelles e anche alle numerose violenze che producono, dal caso di bullismo ai danni di ragazzi interrogati sotto la minaccia di una pistola sulla loro fede in Dio a Modena (http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/islam-bulli-minorenni-1.1627225) al picchetto di scioperanti che resiste alla polizia gridando il motto dei terroristi islamici (http://www.ilgiornale.it/news/cronache/scioperano-urlando-allah-akbar-i-sindacati-nessuno-li-tocchi-1211424.html). Casi minori, si dirà, ma significativi di un sentimento di impunità che si è visto anche a Colonia, dove - ho letto - uno dei violentatori agitava il proprio passaporto siriano in faccia agli agenti che cercavano di frenarlo, dicendo che Merkel l'aveva invitato e lui faceva quel che voleva.
Io non sono razzista, naturalmente non credo che vi sia nulla di innato che spinge gli immigrati musulmani a violentare le donne, commettere atti di terrorismo e in genere di violenza: c'è però una cultura (nel senso antropologico del termine, per cui le donne e gli infedeli sono inferiori (e in particolare le donne infedeli sono per loro natura bottino di guerra), chi fra loro si muove liberamente "senza padrone" o si veste in un certo modo, vuol dire che "ci sta", eccetera eccetera. La cultura può essere cambiata, ma molto lentamente, attraverso un fenomeno di educazione che ha bisogno di tempo e soprattutto di un ambiente circostante coerentemente favorevole ai nuovi contenuti culturali. Il fatto è che l'immigrazione di massa impedisce questi cambiamenti. Essendo in tanti, arrivati tutti assieme, indotti a vivere per lo più fra loro, gli immigrati di quest'ondata non hanno alcuno stimolo ad adattarsi ai costumi occidentali, se non la pura e semplice paura delle sanzioni, che viene superata in condizioni di branco o di presunta irrintracciabilità.
Per questo lo stupratore che dava a Merkel la responsabilità del suo comportamento aveva in fondo ragione. L'Europa, e per l'Europa alcuni ben individuati dirigenti, la Merkel, governi come quello svedese, buona parte della classe politica italiana a partire da personaggi come Boldrini e i sindaci di sinistra, hanno segnalato chiaramente di volere "accogliere" chiunque si presentasse alle nostre frontiere, senza indagini sulle qualità individuali e neppure ragionamenti sulla quantità tollerabile di immigrati. Il nostro governo continua a dare segnali in questo senso, come la proposta dell'abolizione del reato di immigrazione clandestina, che al di là di ogni tecnicismo giuridico, rappresenta un segnale chiarissimo rivolto ai colleghi di quel giovanotto di Colonia. Sulla base di un'ideologia umanitaria insensata, questo sistema politico italiano ed europeo ha messo in pericolo non solo i diritti, ma la vita dei cittidini che doveva rappresentare. E il pericolo continua ad aumentare. Nonostante tutte le belle parole, si calcola che ogni giorno arrivino in Germania fra i tremila e i tremila cinquecento nuovi immigrati clandestini, che vengono accolti senza troppi scrupoli. Fa un milione e mezzo l'anno.
Purtroppo le forze democratiche non hanno la forza di opporsi a questi fenomeni, che la maggioranza della popolazione europea non vuole, ma che sono provocati consapevolemente da una classe politica sconsiderata, per ragioni ideologiche, pseudo-economiche o pseudo-morali. Si sta creando una tensione spaventosa in tutt'Europa fra "il paese reale" e quello "legale". Chi si oppone sono per il momento pochi coraggiosi democratici e per lo più invece forze neofasciste che cercano di approfittare della situazione. E' un rischio gravissimo, non mi stanco di ripeterlo. E' possibile che fra qualche anno, non fra qualche decennio, ci troviamo costretti alla "scelta del diavolo" fra fascismo e islamismo (quest'ultimo appoggiato dalla sinistra). Possiamo solo sperare che qualche politico intelligente e sicuramente democratico capisca che questo pericolo è anche un'opportunità, abbia il coraggio e la forza di cacciare le Merkel, gli Hollande, il PD in Italia e di chiudere questa sciagurata follia dell' "accoglienza".
Ugo Volli