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La morte di Samir Kuntar fa parte della battaglia per la Siria Commento di Mordechai Kedar (Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)
Una settimana fa è stato eliminato Samir Kuntar, un libanese druso che nel 1979 aveva effettuato un grave attacco terroristico in Israele e che da allora era stato in un carcere israeliano fino al 2008, quando venne rilasciato in uno scambio di prigionieri tra Israele e Hezbollah. Kuntar era di stanza sul fronte meridionale per le sue origini druse, (sulle pendici a sud-est del Monte Hermon c’è una enclave di drusi), e aveva tenuto i collegamenti con i drusi locali promettendo di proteggerli dai coltelli degli jihadisti di Jabhat al Nusra e dello Stato Islamico. Kuntar riprese così l’ impegno di combattere Israele a capo di un’organizzazione drusa locale , responsabile negli anni 2014 e 2015 di diversi attacchi terroristici sul confine, vicino alle fattorie Magd al Shams. Aveva lavorato con Hezbollah e i rappresentanti delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane per costruire le infrastrutture nel sud della Siria, che rivelano ciò che sta accadendo in quel paese lacerato dalla guerra. Tutti i media hanno deciso che sia stato ucciso da Israele, ma Israele non ha ammesso alcuna responsabilità nell’operazione. Senza dubbio, in Israele c’è molta soddisfazione che Kuntar abbia lasciato questo mondo, ma questo non significa necessariamente che sia stato Israele a eliminarlo. Lo scenario sopra descritto porta alla conclusione che dietro all’operazione c’era Hezbollah, con l’obiettivo di porre fine agli sforzi di Kuntar per il rafforzamento dei drusi. Hezbollah, è ovvio, non lo ammette apertamente, ma c’era un accenno nel panegirico che Nasrallah ha fatto dopo il funerale. Nasrallah ha detto che Samir el Kuntar era “il principale prigioniero libanese nelle carceri del nemico israeliano, oppositore, combattente del Jihad e comandante dell’opposizione islamica”. Proseguendo, Nasrallah lo chiamava “fratello Shaeed Samir”, sostenendo che dopo il rilascio era sotto la costante minaccia di Israele. Chiamare un druso con il termine “shaheed” è artificioso, dato che, in contrasto con l’Islam, non esiste questo concetto nella teologia drusa. Sembra che l’abbraccio pubblico di Nasrallah a Kuntar sia un insabbiamento allo scopo di nascondere la verità su chi realmente l’ha eliminato e perché. I tre razzi lanciati su Nahariya, sono stati il risultato immediato e l’esercito israeliano ha reagito con uno sbarramento di artiglieria. Un’organizzazione palestinese ha lanciato i razzi, ma Nasrallah avrebbe potuto facilmente dare loro l’ordine di farlo. Hezbollah può definirlo un lavoro ben fatto: ha reagito all’omicidio di Kuntar, ma non ha dato a Israele una ragione per attaccarlo. D’altra parte, perché mai dovrebbe permettere alle organizzazioni palestinesi di operare in Libano? La vera vendetta contro Israele avverrà in seguito, come Nasrallah ha promesso, nel momento e nel luogo scelti e decisi da Hezbollah . Questa stessa espressione minacciosa è stata utilizzata dopo l’eliminazione, nel 2008 a Damasco, di Imad Mugniyah. Tuttavia, la guerra in Siria non è solo una battaglia tra Hezbollah e drusi, un conflitto di cui Kuntar è rimasto vittima; sono coinvolti altri fattori. Anche Israele è coinvolto in quanto avviene nella zona situata di fronte al Golan. Ma in primo luogo, deve impedire che questa sia conquistata da un’entità fedele a Hezbollah e all’Iran. Hezbollah è già presente sul confine libanese e una ulteriore vicinanza per l’Iran giustifica, da un punto di vista iraniano, il flusso di forze armate e di armi dall’Iran al confine israeliano. Intanto il mondo sta a guardare e non muove un dito. L’ Europa e gli Stati Uniti hanno concesso alla Russia libero corso in Siria e non sembra ragionevole aspettarsi che la Russia combatta lo Stato Islamico con determinazione, per il timore di ripetere la sua sconfitta in Afghanistan. Il mondo può quindi aspettarsi che la Siria orientale continuerà ad essere la fonte di enormi pericoli. “Esportare la rivoluzione” non è solo il motto sciita dell’Iran oggi, è un obiettivo dello Stato Islamico sunnita. Da dove ha avuto inizio tutto questo? Il “peccato originale” risale alla creazione da parte della Francia di uno stato non-legittimo chiamato Siria, sorto dall’unione di gruppi etnici privi di identità comune. Il risultato è il terrore esportato dallo Stato Islamico, dalla Siria verso il mondo, soprattutto verso l’Europa. Gli attacchi terroristici degli ultimi mesi in Francia sono la vendetta degli estremisti islamici. E’ quasi come se proclamassero: voi francesi avete creato uno stato anti-islamico nel nostro territorio, noi istituiremo uno Stato Islamico nel vostro. Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi. |
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