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Informazione Corretta Rassegna Stampa
27.12.2015 La morte di Samir Kuntar fa parte della battaglia per la Siria
Analisi di Mordechai Kedar

Testata: Informazione Corretta
Data: 27 dicembre 2015
Pagina: 1
Autore: Mordechai Kedar
Titolo: «La morte di Samir Kuntar fa parte della battaglia per la Siria»

La morte di Samir Kuntar fa parte della battaglia per la Siria
Commento di Mordechai Kedar

(Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

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Samir Kuntar: prima e dopo

 Una settimana fa è stato eliminato Samir Kuntar, un libanese druso che nel 1979 aveva effettuato un grave attacco terroristico in Israele e che da allora era stato in un carcere israeliano fino al 2008, quando venne rilasciato in uno scambio di prigionieri tra Israele e Hezbollah.
Era stato “adottato” dall’organizzazione terroristica sciita Hezbollah quando fu rilasciato, promise poi di tornare in Palestina per liberarla dall’ “occupazione” sionista. Per mantenere questa promessa, si era unito ai combattenti di Hezbollah. Quando Nasrallah aveva iniziato la sua partecipazione attiva in risposta alla rivolta contro Assad scoppiata nel 2011, Kuntar era stato inviato in Siria per aiutare Assad a rimanere sul trono.

Kuntar era di stanza sul fronte meridionale per le sue origini druse, (sulle pendici a sud-est del Monte Hermon c’è una enclave di drusi), e aveva tenuto i collegamenti con i drusi locali promettendo di proteggerli dai coltelli degli jihadisti di Jabhat al Nusra e dello Stato Islamico. Kuntar riprese così l’ impegno di combattere Israele a capo di un’organizzazione drusa locale , responsabile negli anni 2014 e 2015 di diversi attacchi terroristici sul confine, vicino alle fattorie Magd al Shams. Aveva lavorato con Hezbollah e i rappresentanti delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane per costruire le infrastrutture nel sud della Siria, che rivelano ciò che sta accadendo in quel paese lacerato dalla guerra.

La Siria oggi è un paese che non esiste più. E’ entrata nei libri di storia, come l’Unione Sovietica, la Jugoslavia e la Cecoslovacchia. La Siria non tornerà mai più a ciò che era prima del marzo 2011, e chiunque sia coinvolto nella catastrofe siriana lo sa bene.
Tutte le parole sul raggiungimento della pace nel paese sono una perdita di tempo, tutte le conferenze internazionali che cercano di porre fine ai combattimenti e di riportare la Siria a essere un paese unito, sono solo occasioni che danno ai politici la possibilità di posare davanti ad una macchina fotografica.

Le parti in guerra in Siria si preoccupano solo di se stesse e del territorio che saranno in grado di controllare il giorno in cui verrà dichiarata la scomparsa ufficiale dello stato nazionale. Hezbollah sta combattendo per ottenere il controllo delle zone popolate dagli sciiti e progetta di annetterle al Libano, per poter così aumentare il numero di sciiti in quel paese e espandere il territorio sotto il proprio controllo.
Questo spiega gli sforzi per prendere il controllo sull’enclave drusa a sud del Monte Hermon, per impedire che i drusi dichiarino la propria autonomia e si uniscano alla comunità drusa libanese.
I drusi nel sud della Siria hanno accettato la protezione di Hezbollah di fronte alla minaccia dei coltelli jihadisti, ma non si considerano parte di una regione sciita.
Se proprio devono diventare parte del Libano, preferiscono unirsi con gli altri drusi. 

Qui che entra in gioco Kuntar. Avrebbe dovuto anticipare la presenza di Hezbollah nel sud della Siria e garantire la fedeltà dei drusi all’organizzazione sciita di Hezbollah. Ma l’anno scorso aveva cominciato a dare segni di riavvicinamento alle proprie origini druse. Nasrallah sospettava che Kuntar stesse per passare dall’altra parte, che fosse diventato un traditore per Hezbollah che l’aveva liberato dalle carceri israeliane, e avesse aiutato i suoi fratelli drusi a stabilire una entità drusa nel sud della Siria, che non sarebbe stata fedele a Hezbollah sciita.
Nella Siria e nel Libano di oggi, è sufficiente sospettare di qualcuno per decidere la sua eliminazione. Ciò che, con ogni probabilità, è successo a Kuntar.

Tutti i media hanno deciso che sia stato ucciso da Israele, ma Israele non ha ammesso alcuna responsabilità nell’operazione. Senza dubbio, in Israele c’è molta soddisfazione che Kuntar abbia lasciato questo mondo, ma questo non significa necessariamente che sia stato Israele a eliminarlo. Lo scenario sopra descritto porta alla conclusione che dietro all’operazione c’era Hezbollah, con l’obiettivo di porre fine agli sforzi di Kuntar per il rafforzamento dei drusi. Hezbollah, è ovvio, non lo ammette apertamente, ma c’era un accenno nel panegirico che Nasrallah ha fatto dopo il funerale.

Nasrallah ha detto che Samir el Kuntar era “il principale prigioniero libanese nelle carceri del nemico israeliano, oppositore, combattente del Jihad e comandante dell’opposizione islamica”. Proseguendo, Nasrallah lo chiamava “fratello Shaeed Samir”, sostenendo che dopo il rilascio era sotto la costante minaccia di Israele. Chiamare un druso con il termine “shaheed” è artificioso, dato che, in contrasto con l’Islam, non esiste questo concetto nella teologia drusa. Sembra che l’abbraccio pubblico di Nasrallah a Kuntar sia un insabbiamento allo scopo di nascondere la verità su chi realmente l’ha eliminato e perché.
Dare a Israele la colpa per l’operazione libera Hezbollah da questa responsabilità, mentre allo stesso tempo dà all’organizzazione una scusa per colpire Israele.

I tre razzi lanciati su Nahariya, sono stati il risultato immediato e l’esercito israeliano ha reagito con uno sbarramento di artiglieria. Un’organizzazione palestinese ha lanciato i razzi, ma Nasrallah avrebbe potuto facilmente dare loro l’ordine di farlo. Hezbollah può definirlo un lavoro ben fatto: ha reagito all’omicidio di Kuntar, ma non ha dato a Israele una ragione per attaccarlo. D’altra parte, perché mai dovrebbe permettere alle organizzazioni palestinesi di operare in Libano? La vera vendetta contro Israele avverrà in seguito, come Nasrallah ha promesso, nel momento e nel luogo scelti e decisi da Hezbollah .

Questa stessa espressione minacciosa è stata utilizzata dopo l’eliminazione, nel 2008 a Damasco, di Imad Mugniyah. Tuttavia, la guerra in Siria non è solo una battaglia tra Hezbollah e drusi, un conflitto di cui Kuntar è rimasto vittima; sono coinvolti altri fattori.
I russi stanno istaurando un Emirato Alawita sulla costa siriana con le aperture che consentiranno alla marina russa di attraccare e riequipaggiare le sue navi, e i curdi stanno costruendo una loro zona nella parte nord-est del paese, nonostante l’opposizione della Turchia e dello Stato Islamico che governa nella parte orientale del paese, così come in diverse aree tra il Golan nel sud e Aleppo nel nord, dove emirati sunniti saranno controllati dalle forze anti-Assad.

Anche Israele è coinvolto in quanto avviene nella zona situata di fronte al Golan. Ma in primo luogo, deve impedire che questa sia conquistata da un’entità fedele a Hezbollah e all’Iran. Hezbollah è già presente sul confine libanese e una ulteriore vicinanza per l’Iran giustifica, da un punto di vista iraniano, il flusso di forze armate e di armi dall’Iran al confine israeliano.
Israele, ovviamente, è contrario a questa possibilità, ma, allo stesso tempo, si oppone decisamente a uno Stato Islamico jihadista ai suoi confini. Il futuro della Siria, a quanto appare, sarà quello di una zona controllata dai vari emirati, tutti nelle mani di organizzazioni violente. Coloro che ne soffriranno sono i residenti di quella che fu la Siria, dove le vittime sono centinaia di migliaia, con oltre 10 milioni di rifugiati nella Siria stessa e oltre i confini. L’ONU ha dichiarato la situazione umanitaria in Siria la peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale.

 Intanto il mondo sta a guardare e non muove un dito. L’ Europa e gli Stati Uniti hanno concesso alla Russia libero corso in Siria e non sembra ragionevole aspettarsi che la Russia combatta lo Stato Islamico con determinazione, per il timore di ripetere la sua sconfitta in Afghanistan. Il mondo può quindi aspettarsi che la Siria orientale continuerà ad essere la fonte di enormi pericoli. “Esportare la rivoluzione” non è solo il motto sciita dell’Iran oggi, è un obiettivo dello Stato Islamico sunnita.

Da dove ha avuto inizio tutto questo? Il “peccato originale” risale alla creazione da parte della Francia di uno stato non-legittimo chiamato Siria, sorto dall’unione di gruppi etnici privi di identità comune. Il risultato è il terrore esportato dallo Stato Islamico, dalla Siria verso il mondo, soprattutto verso l’Europa. Gli attacchi terroristici degli ultimi mesi in Francia sono la vendetta degli estremisti islamici. E’ quasi come se proclamassero: voi francesi avete creato uno stato anti-islamico nel nostro territorio, noi istituiremo uno Stato Islamico nel vostro.

Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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