venerdi 20 settembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
24.12.2015 Libia: il Califfato d'Occidente
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 24 dicembre 2015
Pagina: 4
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Il Paese più in bilico del Nord Africa, tra califfo e pacificazione»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/12/2015, a pag. IV, con il titolo "Il Paese più in bilico del Nord Africa, tra califfo e pacificazione", l'analisi di Maurizio Molinari.

Immagine correlataImmagine correlata
Maurizio Molinari

Immagine correlata
Mokhtar Belmokhtar

Abu Bakr al-Baghdadi vuole trasformarla nella sede del Califfato d’Occidente ma Washington e Roma tentano di scongiurarlo puntando sul piano di pacificazione nazionale: la Libia è il Paese più in bilico del Nord Africa, teatro di una prova di forza fra gruppi jihadisti e potenze regionali dagli esiti imprevedibili. Lo Stato Islamico (Isis) è convinto di aver trovato a Sirte una piattaforma strategica di primaria importanza per l’espansione della rivoluzione jihadista in Africa ed Europa. Il rafforzamento della presenza nella regione natale dell’ex colonnello Muammar Gheddafi vede l’aumento del numero dei miliziani, il consolidamento delle istituzioni del Califfato e l’estensione dell’area controllata con il risultato di far crescere fra Tripolitania e Cirenaica il nucleo di uno Stato Islamico del Maghreb che punta ad estendersi a macchia d’olio congiungendosi con le cellule jihadiste nel triangolo meridionale della Tunisia e nel Sud dell’Algeria fino a raggiungere il Nord del Mali dove operano i «Morabitun» dell’imprendibile capo terrorista Mokhtar Belmokhtar.

E’ la regione musulmana dove Isis registra i maggiori successi, avvalorando il progetto di Al-Baghdadi di una guerra permanente per estendere a Maghreb, Mediterraneo e Africa sub-sahariana le ramificazioni di un Califfato d’Oriente sottoposto a forti pressioni militari nella regione Siria-Iraq per via degli attacchi portati dalle coalizioni militari guidate da Russia e Usa. Se le cellule di Isis che controllano Sirte preannunciano attacchi in ogni direzione è perché la perdurante assenza di un governo centrale costituisce la cornice ideale per il prolificare di ogni tipo di traffici illeciti: armi, droghe, sigarette, greggio ed esseri umani. Producendo un torrente di facili profitti capaci di alimentare i gruppi jihadisti locali consentendogli di avere le risorse necessarie per reclutare le tribù del deserto del Fezzan ripetendo la tattica applicata con indubbia efficacia per quattro decenni da Gheddafi.

L’unico vero ostacolo sulla strada del Califfo è il processo di pacificazione fra i governi rivali di Tripoli e Tobruk che ruota attorno alla mediazione dell’Onu sostenuta dalla comunità internazionale riunitasi a Roma a metà dicembre nella Conferenza promossa da Italia e Usa. Le intese raggiunte restano precarie e vulnerabili ma il governo legittimo di Tobruk e le milizie islamiche di Tripoli sono entrambi spinti a cooperare dal comune interesse a bloccare i progetti del Califfato, tanto da aver firmato giovedì 17 un accordo per la formazione di un governo di unità nazionale. Successo o fallimento del piano Onu dipendono però dalla volontà di cooperare delle potenze regionali rivali: da un lato Turchia e Qatar, sostenitrici di Tripoli; dall’altro Egitto ed Emirati Arabi Uniti, grandi alleati di Tobruk. La recente nascita a Riad di una grande coalizione anti-terrorismo fra Paesi sunniti crea le premesse per trovare un punto di incontro fra Ankara e il Cairo. Se la prospettiva franasse, l’alternativa potrebbe essere un intervento militare sunnita, sostenuto da Usa e Ue, per eliminare le cellule jihadiste.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT