venerdi 20 settembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
23.12.2015 Brunei, il Sultano vieta il Natale: 'Corrompe la fede islamica'
Cronaca di Alessandra Rizzo

Testata: La Stampa
Data: 23 dicembre 2015
Pagina: 13
Autore: Alessandra Rizzo
Titolo: «Natale vietato nel Brunei: in carcere chi festeggia»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/12/2015, a pag. 13, con il titolo "Natale vietato nel Brunei: in carcere chi festeggia", la cronaca di Alessandra Rizzo.

Immagine correlata
Il sultano del Brunei Hassanal Bolkiah

Vietati alberi di Natale, addobbi, canti natalizi e perfino i biglietti di auguri: il sultano del Brunei, come il Grinch della favola per ragazzi, ha «rubato» il Natale. Il monarca del minuscolo e ricchissimo Stato a maggioranza musulmana ha vietato ogni tipo di festeggiamento pubblico, pena una condanna fino a 5 anni di carcere. Il motivo del bando? Il timore che il Natale possa influenzare la fede islamica e distrarre i fedeli.
Il Brunei, ex protettorato britannico nell’isola del Borneo stracolmo di petrolio e gas naturale, è governato dal sultano Hassanal Bolkiah, uomo dalle ricchezze leggendarie (il palazzo presidenziale conta qualcosa come 1700 stanze) e proprietario di hotel extra-lusso da Beverly Hills a Londra, da Parigi e Milano. Bolkiah, 68 anni, è monarca assai rigido quando si tratta di religione: l’anno scorso ha cominciato a imporre la «sharia», la legge coranica. Il bando del Natale mira, secondo un comunicato del ministero per gli Affari Religiosi ripreso dal «Daily Mail» e altri giornali inglesi, «a tenere sotto controllo festeggiamenti eccessivi o pubblici che potrebbero danneggiare il credo della comunità musulmana».

I residenti non musulmani possono celebrare il Natale, ma solo in forma intima, senza «ostentazione». Dunque no a manifestazioni pubbliche e tanto meno a cerimonie che possano coinvolgere i musulmani, che sono circa il 65% dei 420 mila residenti del Paese. Il bando già vige dal 2014 ma quest’anno è stato rinnovato con più forza. E, semmai ce ne fosse bisogno, giorni fa un gruppo di imam ha messo in guardia i fedeli dall’imitare usi e costumi di altre religioni. «Ad alcuni può sembrare materia frivola, non degna di essere discussa. Ma come musulmani dobbiamo evitare di seguire le celebrazioni religiose altrui perché potrebbero influenzare la nostra fede», hanno detto. Tra le attività bandite: «Usare simboli religiosi come la croce, accendere candele, fare alberi di Natale o cantare canzoni religiose, mandare auguri di Natale, montare decorazioni».
La notizia ha fatto subito il giro dei social media, dove è già in corso una campagna per la difesa della libertà di religione in Medio Oriente e in altre parti del mondo, sotto l’hashtag «My Treedom» (gioco di parole tra «Tree», albero, e «Freedom», libertà).

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT