Giganti o vittime?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Cari amici,
ancora per la serie “chiagni e fotti”, sottoserie “chiagni”: sapete che cosa sta succedendo in Israele, (pardon Terra Santa, pardon Palestina occupata)? Molto semplice, basta guardare questo bellissimo disegno artistico (dategli un'occhiata, vi prego, ne vale la pena: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/204964), in cui si vedono gli israeliani sparare a sangue freddo da distanza ravvicinata a neonati palestinesi debitamente legati e bendati, mentre un soldato americano si produce in una dichiarazione in stile Isis; o ancora meglio in questo video (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/201906) in cui direttamente il dittatore dell'Autorità Palestinese, Muhammed Abbas denuncia come Israele abbia ammazzato a sangue freddo un bambinello palestinese, tralasciando due piccoli fatti; il primo è che il giovanotto aveva appena cercato di accoltellare una persona perfettamente sconosciuta, che ai suoi occhi aveva solo la colpa imperdonabile di apparire ebrea ed era stato fermato nella sua impresa dal colpo d'arma da fuoco di un poliziotto; la seconda che questo simpatico personaggio non era affatto morto, era stato immediatamente portato in ospedale, aveva una ferita leggera che non gli aveva impedito di comparire in tribunale qualche giorno dopo, rivendicando il suo nobile gesto (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/201958).
E dunque il tema principale della propaganda palestinista in questa fase è l'esatto rovesciamento della realtà. Non ci sono dei tagliagole che assalgono da dietro chiunque sembri loro antipatico (cioè ebreo) per accoltellarlo; degli assassini stradali che usano l'automobile come arma per travolgere preferibilmente le persone che aspettano alle fermate degli autobus, magari riducendo in fin di vista dei neonati come questo (https://www.facebook.com/
noicheamiamoisraele/photos/a.886890898055307.1073741828.886765531401177/
898182273592836/?type=3&theater), ridotto in fin di vita e con una gamba amputata da uno di questi attacchi terroristi (http://alyaexpress-news.com/2015/12/15/yotam-15-mois-cible-du-terrorisme-palestinien-parce-que-juif-a-perdu-une-jambe/); non vi sono attacchi con i sassi su auto in corsa, che spesso provocano incidenti mortali, né molotov, né sparatorie (qui trovate una statistica, gli attacchi si contano a migliaia negli ultimi tre mesi: http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/204999). No, ci sono solo gli israeliani che un po' per sport, un po' per congenita crudeltà ebraica, ammazzano bambini. Come prima hanno fatto a Gaza, come hanno fatto nel Medioevo in Europa, secondo l'Inquisizione, naturalmente per berne il sangue.
Peccato che questa tesi sia molto debole. Perché gli attacchi ci sono, i filmati di criminali che attaccano (sempre alle spalle, naturalmente) degli sconosciuti sono tantissimi, e così le testimonianze delle vittime, per non parlare dell'incitamento e delle esaltazioni dei tentati assassini sui media palestinisti. E poi, se all'estero il “palestinese-vittima” si vende benissimo, nel mondo arabo l'idea di essere perdenti non piace affatto, soprattutto per mano di “esseri inferiori” come le donne o gli ebrei. E dunque alla lamentela si unisce stolidamente la mezza rivendicazione: i poveri giovani palestinesi sono esasperati dai check points ( http://www.gatestoneinstitute.org/7064/intifada-abbas-lies), per questo ammazzano gli sconosciuti, oppure dispiace loro che gli sforzi di pace siano senza esito (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Abbas-Palestinian-youth-had-no-choice-but-to-start-wave-of-violence-437293), e anzi sono disperati perché non si realizza la soluzione dei due stati (http://israelbehindthenews.com/abbas-palestinian-violence-is-justified-popular-uprising/14240/) anche se in realtà non vogliono affatto i due stati, ma solo una Palestina “judenrein” dal Giordano al Mediterraneo e nessuno di loro, per esempio sulle loro pagine Facebook, parla mai di pace, ma solo della volontà di martirio e di odio contro gli ebrei.
Ma anche questa mezza scusa al pubblico arabo e in particolare ai sudditi dell'Autorità Palestinese non piace affatto. Bisogna chiedere scusa per quello che è il santo compito religioso del jihad, cioè ammazzare gli infedeli, allo scopo di schiavizzarli e usarli come bottino (https://www.facebook.com/ILuvFreedom/videos/1640435869540808/)? E' assurdo e disdicevole. Ed ecco dunque che i più sinceri, o i più demagoghi fra i dirigenti palestinisti esagerano nell'esaltazione: gli assassini sono “giganti e leader”, chi cerca di ammazzare gli ebrei e magari ci riesce “dovrebbe avere dedicato a suo nome un'istituzione” (il che in effetti accade spesso) e “chi ci riesce fa una grande impresa” (http://www.focusonisrael.org/2015/12/15/tv-dellanp-chiunque-uccida-israeliani-e-un-gigante/). Se volete vedere il filmato e leggere le trascrizioni di queste dichiarazioni, le trovate qui: http://palwatch.org/main.aspx?fi=157&doc_id=16567.
Come si fa a essere insieme vittime disarmate e “giganti che terrorizzano”? Difficile trovare una coerenza qualunque in queste dichiarazioni. La ragione è semplice: è pura propaganda, sono menzogne senza pudore. E i bugiardi non hanno l'obbligo di essere coerenti, se nessuno glielo chiede. Il fatto è proprio questo, che i propal di tutto il mondo, dai governanti europei (e in primo luogo Mogherini) a Obama non chiedono loro ragione di questa contraddizione, come nelle loro altre infinite menzogne. Gli lasciano fare, perché tanto si sa, sono oppressi e dunque possono permetterselo. E' un atteggiamento, lasciatemelo dire, veramente razzista, e colpevole quasi come quello dei vigliacchi accoltellatori - che almeno incontrano la loro giusta punizione.
Ugo Volli