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Il parrucchiere di Auschwitz Raccontare la Shoah è sempre più un compito riservato alle nuove generazioni. La progressiva scomparsa dei sopravvissuti lascia agli scrittori contemporanei il privilegio e l’onere di tramandare la memoria. E’ naturale dunque che i romanzi sulla Shoah siano frutto di ricerche, di studi d’archivio e risentano di una minor emotività che solo il racconto di “vita vissuta” può garantire. Alcuni autori, tuttavia, grazie ad un raro talento narrativo sono capaci di trasmetterci emozioni profonde coinvolgendo il lettore dalla prima all’ultima pagina. E’ il caso di Eric Paradisi, figlio di immigrati italiani e autore francese di libri di successo, che esordisce nel nostro paese con il romanzo “Il parrucchiere di Auschwitz” (Longanesi). Nel romanzo la Storia delle persecuzioni naziste durante la Seconda Guerra Mondiale si mescola alle vicende di famiglie semplici e di molti giovani che hanno combattuto per la libertà: fra questi Maurizio, ebreo romano che aiuta il padre nel negozio di parrucchiere e Alba, militante della Resistenza. La delicata storia d’amore che li unisce, poetica e struggente nella descrizione dell’autore, si affianca alla tragedia dell’Olocausto che distrugge i loro sogni d’amore separandoli per sempre. Per colpa di un delatore Maurizio e Alba vengono arrestati dalle milizie fasciste e dalla Gestapo, l’uno inviato ad Auschwitz, l’altra incarcerata e torturata per farle rivelare i nomi del compagni appartenenti all’organizzazione Bandiera Rossa. Nel campo di sterminio Maurizio conosce la violenza e i soprusi degli aguzzini nazisti ma anche la generosità di un compagno di prigionia, Jonas, che avvalendosi del suo talento di pittore testimonia non solo gli orrori da cui sono circondati ma, per far felice Maurizio, accetta di ritrarre il volto di Alba come il giovane ebreo la ricorda. Quel ritratto accuratamente nascosto sotto la casacca sdrucita di prigioniero seguirà Maurizio fino agli ultimi giorni della sua vita. Grazie alla sua arte di parrucchiere Maurizio sopravvive al lager ma una volta tornato a Roma non riesce ad adattarsi alla nuova vita avendo perso nella Shoah sia la famiglia, sterminata ad Auschwitz, sia la dolce e amatissima Alba. Accettare di essere sopravvissuto è un peso troppo grande da affrontare e la decisione di partire per un altro Paese, l’Argentina, gli appare l’unica soluzione possibile per continuare a vivere. Col tempo Maurizio tornerà a innamorarsi, formerà una famiglia con figli e nipoti e nonostante i periodi bui della dittatura argentina saprà mettere a frutto il suo talento di parrucchiere con l’aiuto dell’amata moglie. Il racconto della vita di Maurizio - che si dipana in pagine di forte impatto emotivo, molto coinvolgenti per il lettore, - si alterna a capitoli la cui voce narrante è la nipote Flor. Pur apprezzando l’originale struttura narrativa e il linguaggio poetico, questa parte, una sorta di viaggio nei pensieri e nei sogni della nipote, risulta confusa nella sua dimensione onirica e a tratti poco chiara nello svolgimento della trama. Ciò che unisce le due storie è la figura indimenticabile di Alba che, nonostante il trascorrere degli anni, rimane il perno attorno al quale ruotano le vicende dei personaggi del romanzo, una presenza dominante e capace di donare forza a coloro che l’hanno amata o semplicemente conosciuta dai racconti di Maurizio. Capace di descrivere le situazioni più estreme e crude con uno stile elegante, realistico e al contempo poetico, l’autore ne “Il parrucchiere di Auschwitz” offre uno straordinario spaccato di quanto accadeva nel campo di sterminio, dell’antisemitismo che pervadeva molti strati della società italiana durante gli anni del fascismo, oltre che delle tensioni politiche nel dopo guerra. Il risultato è un romanzo intenso e commovente che ci obbliga ancora una volta (e non sarà mai abbastanza) a riflettere su ciò che accadde in Europa più di sessant’anni fa e a farne tesoro per non dimenticare quello che è successo. Poichè la Storia ci insegna che l’uomo non sempre impara dai propri errori, alle nuove generazioni spetta il compito di vigilare e di combattere l’indifferenza ogni qual volta l’intolleranza, l’odio e i pregiudizi si insinuano nell’animo degli uomini. E’ un dovere nei confronti di chi ha sofferto ed è morto per garantirci la libertà. Il libro di Eric Paradisi, riaccendendo il passato di una realtà bruciante, ci aiuta a tenere viva la fiaccola della Memoria.
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