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Il femminismo è morto, ucciso dal filo-palestinismo Ahimè, una delle più belle rivoluzioni della storia moderna che ebbe tra le sue fila personaggi come Millicent Fawcett e Virginia Wolf, quella rivoluzione che diede il voto alle donne, che le liberò dalla schiavitù portandole fuori dalle mura domestiche per partecipare alla vita sociale e politica, quella rivoluzione che cambiò il volto dell'Occidente parificando i sessi e dando voce e libertà all'altra metà del cielo, quella rivoluzione che usciva direttamente dal cuore e dalla sensibilità delle donne, è morta. Parlo del femminismo che, da grande movimento, cambio' radicalmente la società occidentale, oggi, lentamente , senza far rumore, è imploso su se stesso trasformandosi in un' indicibile porcheria, una melma del politicalmente corretto, vigliacco complice dei più perfidi e feroci stupratori di donne, assassini di bambine e oppressori di popoli. Tutta questa mia rabbia è dovuta alla delusione nei confronti di un movimento caro alla mia gioventù, quando ancora credevamo fermamente nella sorellanza e alla libertà delle donne, quando, manifestando, ridevamo in faccia ai maschietti che ci urlavano di andare a lavare i piatti e fermavamo il traffico non con le bombe e la violenza ma con i fiori, i sorrisi, le gonne variopinte e svolazzanti. Oggi le eredi del femminismo sono diventate deprimenti politicanti in tailleur e il Movimento non è altro che un ammasso di ideologie malate, le solite, quelle che oggi ammorbano il mondo col loro buonismo ipocrita e la loro sottomissione a una cultura lontana anni luce dalla nostra. Assurdo, ma è così. L'Assemblea del maggior movimento femminista del Nord America, il National Women's Studies Association, ha deciso di associarsi al BDS (Boycott, Divestment and Sanctions), l'organizzazione nazista che oggi va per la maggiore, quelli che fanno irruzione nei negozi e supermercati americani e europei per intimidire chi vende prodotti israeliani. Nazisti di ieri e nazisti di oggi, cambiano le divise, non le idee. La mozione uscita dall'assemblea dice: "Non possiamo ignorare l'ingiustizia, la violenza , inclusa la violenza sessuale, perpetrata contro i palestinesi e altri arabi nel West Bank, Gaza Strip(ndr. dove Israele non esiste più dal 2005) e Golan (ndr. Dove peraltro non esistono arabi), come non possiamo ignorare l'occupazione coloniale di centinaia di migliaia di palestinesi dal giorno della Nakba nel 1948" http://www.jpost.com/Israel-News/Insight-Radical-feminists-put-anti-Israel-politics-before-equality-436996 Da quel giorno gli arabi di Israele sono gli unici di tutta l'area ad avere i diritti spettanti ad ogni cittadino di un paese democratico, liberi cittadini di un libero stato. Per loro e per gli antisemiti questo significa catastrofe. Quelli che la Lega Araba convinse a fuggire con la promessa di ritornare a Israele distrutto, sono ancora rinchiusi nei campi profughi delle dittature che circondano Israele, senza cittadinanza, senza lavoro, senza poter fare una vita normale e decente, usati a mò di bombe di odio contro la democrazia israeliana ma nessuna critica per questo vero e proprio crimine contro l'umanità è uscita dall'assemblea del Movimento femminista. La mozione approvata dall'Assemblea significa invece che rappresentanti di Israele non saranno invitate alle conferenze e a nessuno degli incontri di studio internazionali, calpestando sotto i piedi la sorellanza che dovrebbe esistere tra tutte le donne, sputando sull'ideale di un tempo per sostituirlo con le peggiori ideologie razziste. No, molto di più, veleno, un veleno che sale direttamente dal cuore, dalla pancia, rabbia, delusione, vergogna per queste donne che non hanno detto una sola parola contro quello che accade nei paesi arabi e islamici, gli stupri di Boko Haram, le 300 ragazze nigeriane sparite dalla loro scuola da quasi 600 giorni di cui nessuno sa più niente, vendute come schiave sessuali. Non hanno condannato le donne bombe umane usate dai palestinesi per colpire civili israeliani nè l'educazione all'odio e al martirio che si fa a Ramallah e a Gaza , non hanno parlato delle donne prigioniere del burka, avvolte nel nikab, donne che non possono parlare, alzare gli occhi verso un uomo senza rischiare di essere bastonate, bambine infibulate. Eppure questo paese, Israele, viene preso di mira anche da quelle che dovrebbero ammirarlo perchè rappresenta tutti i valori per cui ci eravamo battute, viene demonizzato e boicottato in tutto il mondo e il BDS diventa sempre più potente e violento, insinuandosi come una malapianta in ogni tipo di consesso sociale, dalle università alle chiese, dalla politica alla vita di tutti i giorni quando uno va a fare la spesa e trova il marchio sui prodotti israeliani che provengono dai territori oltre la linea verde, quelli che si chiamano Giudea e Samaria e che gli odiatori e, in questo caso, le odiatrici, chiamano West Bank o Cisgiordania. E pensare che il fondatore dell'organizzazione neo nazista del BDS è un palestinese, Omar Barghouti , che vive in Israele e si è laureato all'Università di Tel Aviv alla faccia della violenza, dell'ingiustizia sbandierate dal Movimento femminista antisemita. Questa è la democrazia di Israele, a volte, a mio parere, esagerata perchè certi personaggi dovrebbero essere messi su un aereo e mandati altrove senza biglietto di ritorno, ed è proprio contro di essa che si sono scagliate queste vergognose donne che, nella loro perfidia e ipocrisia, si ammantano impropriamente di un'ideale che doveva significare giustizia e uguaglianza e che, grazie a loro, è diventato una sozzeria antisemita. A voltre mi chiedo per cosa abbiamo tanto lottato noi vecchie femministe che sognavamo un mondo libero per tutti, donne e uomini, tra loro uguali, con gli stessi diritti e doveri . Dove abbiamo sbagliato dal momento che, oggi, quelle che hanno ereditato i nostri ideali, permettono che le donne di mezzo mondo, quello arabo-islamico, vivano sotto una feroce schiavitù considerate bestie da soma, schiave sessuali o, nel migliore dei casi e solo per quelle più fortunate, esseri inferiori su cui comandare. Deborah Fait |
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