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La Stampa Rassegna Stampa
09.12.2015 Padre e figlio: entrambi criminali, verrà denunciato anche il genitore ? Magari
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 09 dicembre 2015
Pagina: 6
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Strage di San Bernardino, il padre del killer rischia l'arresto»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/12/2015, a pag. 6, con il titolo "Strage di San Bernardino, il padre del killer rischia l'arresto", la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

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Padre e figlio, entrambi Syed Farook, entrambi fanatici islamisti e antisemiti, il babbo aveva dato per scontato la 'scomparsa' di Israele entro due anni, per questo motivo non capiva perchè il figlio avesse compiuto una strage !
ecco il link all'intervista di Mastrolilli al 'buon babbo': http://informazionecorretta.hosting.dgtmedia.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=60642

L’Fbi non esclude di arrestare il padre di Syed Farook, il terrorista che insieme alla moglie Tashfeen Malik ha fatto strage a San Bernardino. A rivelarlo nei suoi titoli è l’agenzia Breitbart, che collega questo possibile sviluppo all’intervista pubblicata domenica su «La Stampa».

Anche se è morto, appena è stato individuato come autore dell’attacco Syed è stato inserito nella «watch list» dei terroristi. Questo comporta automaticamente che tutte le sue conoscenze più strette finiscano sotto la lente degli investigatori, per verificare se sapevano qualcosa del suo complotto e se lo hanno aiutato. Anche la madre di Farook, Rafia, è dunque sotto sorveglianza, anche perché era molto religiosa come lui, e attiva nell’Islamic Circle of North America, gruppo che promuove la creazione di un califfato ed è collegato al movimento radicale pakistano Jamaat-e-Islami.

Nel caso del padre, però, le dichiarazioni rilasciate a «La Stampa» hanno complicato la situazione, per almeno due motivi. Il primo è che potrebbe aver mentito all’Fbi, se nell’interrogatorio subito dopo l’attacco non aveva rivelato di sapere che suo figlio condivideva l’ideologia dell’Isis, voleva l’annientamento di Israele, e possedeva armi. Il secondo motivo è che prima dell’attentato non aveva rivelato queste informazioni alle forze dell’ordine, segnalando la potenziale pericolosità del figlio, e ciò porta gli investigatori a sospettare una possibile complicità. L’assistente direttore dell’Fbi di Los Angeles, David Bowdich, ha detto a Breitbart che la sua agenzia non possiede ancora abbastanza prove per arrestare il padre, ma non lo esclude.

L’inchiesta in questo momento si sta concentrando soprattutto sulle potenziali complicità, i collegamenti della coppia, e la dinamica che ha portato alla loro radicalizzazione. Gli investigatori hanno scoperto che Farook aveva ricevuto un trasferimento per 28.500 dollari sul suo conto in banca due settimane prima dell’attacco, e vogliono capire se era collegato all’azione e da chi proveniva. I soldi venivano dalla WebBank.com dello Utah, e forse erano un prestito richiesto dallo stesso Syed per finanziare l’attentato: 10.000 dollari infatti erano stati subito incassati, e potrebbe averli usati per pagare Enrique Marquez, l’amico del killer che aveva comprato e forse modificato i fucili Ar-15 usati nell’assalto del 2 dicembre.

L’Fbi sta cercando anche di ricostruire i contatti di Tashfeen Malik, che secondo alcuni è stata la causa della radicalizzazione di Syed, al punto di spingerlo a trasformare la sua fede religiosa in un motivo per scegliere la via della violenza. La moglie sarebbe stata in contatto con la Moschea Rossa di Islamabad, nota per essere un luogo frequentato dagli estremisti, e si sarebbe evoluta nel tempo in una persona sempre più riservata e devota. La coppia era andata insieme ad addestrarsi in un poligono di Riverside, e un anno fa Syed aveva partecipato a una esercitazione in cui i suoi colleghi e lui stesso erano stati istruiti su come reagire all’attacco di uomini armati in ufficio. L’Fbi però non ha ancora trovato le prove di un legame organico con l’Isis o altri gruppi terroristici stranieri.

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