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Lettere a Repubblica sulla turista ferita 07/12/2015

Pubblichiamo anche oggi alcune lettere scritte dai nostri lettori a REPUBBLICA. Ecco il link: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=60632
Oggi IC ha pubblicato una nuova pagina apparsa su Repubblica.

Gentile Redazione,
ho letto la cronaca di Jacopo Ricca sulle disavventure della signora durante il suo viaggio in Israele ( anche se i viaggi dell'Opera Diocesana hanno poco a che fare con Israele, visto che dai programmi si può vedere che di Israele compaiono essenzialmente i luoghi riferiti al cristianesimo ). Bisogna dire che è stata particolarmente sfortunata, ma anche mal guidata. Sono andato diverse volte in Israele da solo e con viaggi organizzati ( non dall'Opera Diocesana ) e non ho mai avuto esperienze negative. Quando altre persone hanno avuto la necessità di rivolgersi ai Pronto Soccorso non ci sono mai stati problemi. Israele è un paese moderno e organizzato che non presenta particolari problemi per i turisti, salvo le turbolenze che ci possono essere, ma che sono create dai palestinesi ( vedi il lancio di pietre contro l'autobus ...) e che un turista dovrebbe cercare di evitare. Per concludere, anche se la signora mi sembra restia a tornare, Le consiglierei di fare un vero viaggio in Israele non con Opere Diocesane e similari, ma con un gruppo che abbia una buona guida e che Le faccia visitare e conoscere veramente Israele. Avrebbe così la possibilità di vedere non solo i luoghi santi del cristianesimo ma di conoscere anche altro della realtà del paese. Ci sono viaggi che portano i visitatori a vedere anche gli ospedali di Israele ... e si renderebbe conto che funzionano! e bene per tutti !

Valerio Venturini

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Gentile Redattore Capo,
Gentile Redazione,

Desidero esprimere il più profondo stupore per l’articolo pubblicato da Repubblica (Torino) sui viaggi in Israele. Quest’ultimo è uno dei pochissimi luoghi in Medio Oriente dove nessun turista è mai stato coinvolto in un attentato o uno scontro, pur essendo uno dei paesi più colpiti dal terrorismo. Ricordo il mio primo viaggio nel 2004, nel pieno della cosiddetta “seconda intifada”, quando nessuno di noi partecipanti ebbe mai una sensazione di pericolo o minaccia. Anzi, la simpatia e la gentilezza dei ragazzi e delle ragazze israeliane che svolgevano le funzioni militari dava un ottimo senso di sicurezza. Da allora sono tornato regolarmente almeno due volte all’anno e per un paio d’anni ho passato l’intera estate a Gerusalemme, senza alcun inconveniente! Comincio a pensare che forse il problema non è il viaggio in Israele, ma CON CHI si viaggia. Le prime volte andai con l’Associazione Italia Israele, e come ho scritto fu tutto perfetto. In effetti, in questi anni ho incontrato diverse persone andate in “Terra Santa” con dei cosiddetti “pellegrinaggi”, che al ritorno raccontavano un programma più simile ad un’esercitazione di appoggio alla “resistenza palestinese” che non a un viaggio turistico. Non avevano visto nessuna delle bellezze storico-artistiche di Israele, né avevano respirato l’innovazione e la brillantezza di Tel Aviv. In compenso, avevano visitato zone rischiose e ascoltato una continua propaganda anti-israeliana. Suggerisco quindi a tutti di visitare Israele accompagnati da operatori qualificati, ma per vedere tutte le località in cui visse Gesù in totale sicurezza e tranquillità forse è meglio evitare i “pellegrinaggi”! Con i più cordiali saluti,

Dario Peirone
Docente Universitario


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