“Israele dietro a Isis”: ultime variazioni di un odio duro a morire
Commento di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Gli ebrei sono stati per molti secoli accusati dai loro peggiori nemici di essere il male assoluto. Un filo conduttore che ha unito l’accusa del sangue, avvelenare i pozzi, complotti cospirativi e la manipolazione economica e militare, con al centro un odio spesso emotivo con ricorsi alla religione. Oggi stiamo assistendo alla ripresa di una moderna propaganda anti-semita che ripropone Israele, l’unica democrazia in Medio Oriente, associandola agli avvenimenti più orribili che il mondo deve affrontare.
Dal giugno 2014 il movimento detto ‘Stato Islamico’ o Isis si è fatto conoscere per violenza e crudeltà, quest’ultima così spaventosa persino per un movimento musulmano terrorista. Sin dall’inizio, venne diffusa la voce che fosse stato creato da Israele o che esistessero comunque dei legami. Estremisti iraniani furono tra i primi odiatori a propagare questa menzogna.
Nell’estate 2014 l’agenzia iraniana di stato ‘Islamic Republic News’ accusò l’America di avere attaccato l’Isis con l’intenzione di destabilizzare la regione per proteggere Israele. Il pezzo citava un ‘intervista’ fasulla con l’informatore Edward Snowden, al quale attribuivano la falsa notizia che gli Usa, Gran Bretagna e Israele collaboravano per “ creare una organizzazione terrorista in grado di unificare tutte le inizitiave di estremisti a livello mondiale”.
Nel giugno dello stesso anno, l’agenzia iraniana ‘Fars’ riportava la dichiarazione del Generale di Stato Maggiore delle forze armate iraniane Hassan Firoozabadi, nella quale affermava che l’Isis era un “movimento israeliano e americano, creato al fine di garantire un confine sicuro ai sionisti contro i gruppi della resistenza nella regione”.
La “World Association for Al-Azhar Graduates” riunisce intellettuali e studiosi legati alla Università Al-Azhar, l’istituzione egiziana più importante in un paese che è in pace con Israele. Nel giugno 2014, questa associazione ha pubblicato un documento sul proprio sito online nel quale affermava che l’Isis e altri gruppi estremisti erano “un prodotto degli ebrei sotto falso nome”. Scriveva anche che il capo della sezione pakistana Sheik Sahab Aziz,aveva dichiarato che “ l’organizzazione Isis è un complotto sionista che si propone di uccidere musulmani, spargerne il sangue e stuprare le loro donne e ragazze”
L’Ayatollah Sayed Mortada Al-Qazwini, un popolare leader religioso sciita iracheno, in un sermone dell’estate 2014, aveva dichiarato che l’Isis è “ una organizzazione ebraica-israeliana che vuole distruggere la terra dei musulmani”.
Nel febbraio 2015, il presidente sudanese Omar al-Bashir – denunciato dal Tribunale Criminale Internazionale per genocidio – disse a proposito di Isis e Boko Haram: “ Ho detto che Cia e Mossad sono dietro questi movimenti. Nessun musulmano si comporterebbe così”.
Anche il website in arabo di Al Jaazeera pubblicò nell’agosto 2015 un articolo con la stessa accusa, che Israele era dietro l’Isis.
Nel mondo occidentale si comincia solo adesso a capire che l’Isis è il male assoluto, dovuto soprattutto al massacro avvenuto a Parigi il 13 novembre scorso. Eppure altri elementi si sono aggiunti che affermano le stesse accuse a Israele, e i palestinesi sono stati in prima fila a diffonderli.
Abbas Zaki, membro della leadsership di Fatah, ha detto che Israele e Isis sono “due facce della stessa medaglia”.
La pagina ufficiale di Facebook del Fatah ha pubblicato una vignetta per illustrare la strage di Parigi che mostra Benjamin Netanyahu con una stella di Davide sul braccio disegnata come se fosse una croce uncinata nazista, mentre aiuta un terrorista dell’Isis a imbracciare un fucile.
In un'altra vignetta ci sono due fiammiferi in una scatola con su scritto ‘terrorismo’, disegnati come se fossero alleati un ebreo ultra ortodosso e l’altro un terrorista dell’Isis. Ancora una vignetta, uscita il 15 novembre 2015 su Al-Hayat Al-Jadida, il quotidiano ufficiale dell’Anp, raffigurava un israeliano che ‘decapitava’ la Moschea della Roccia e un terrorista dell’Isis che decapitava anche lui un prigioniero, usando una spada identica a quella dell’israeliano. A dimostrazione che il legame tra Israele e Isis è stato fabbricato e diffuso soprattutto da fonti musulmane.
Che però non sono le sole, Fidel Castro nel settembre 2014 ha accusato il senatore americano John McCain e Israele di cospirare per creare lo Stato Islamico. I
n Olanda, i media hanno seguito con molta attenzione il tweet della musulmana Ysmina Haifi, una candidata non di primo piano nelle elezioni parlamentari del Partito Laburista nel 2012. Nell’agosto 2014, scriveva questo tweet: “ Isis non ha nulla a che vedere con l’islam.. è un piano dei sionisti che vogliono diffamare l’islam”. Così Haifi ha cercato di dissociare il movimento nazi-islamico più fanatico al mondo dall’islam inventando una cospirazione sionista. In quel periodo Haifi era una dirigente progettuale presso il Ministero della Giustizia olandese in un Centro sulla Sicurezza informatica.
Come abbiamo visto, questa idea degli ebrei come male assoluto appartiene alla storia. La cristianità l’ha per lungo tempo promossa, sostenendo che gli ebrei sarebbero stati per l’eternità responsabili della morte del “figlio di Dio”, l’atto peggiore chiesi può immaginare.
Nel suo libro “ Il Demonio e gli Ebrei”, Joshua Trachtenberg ha scritto che nel Medio Evo la cristianità giudicava l’ebreo “stregone, assassino, cannibale, avvelenatore, blasfemo”. La sua percezione come male assoluto è cambiata nel corso del tempo. Il movimento nazista definiva gli ebrei ‘subumani’, per giustificarne lo sterminio.
Per lungo tempo, dopo la 2°a Guerra mondiale e fino ad oggi, l’Europa considera i nazisti la personificazione del male assoluto. Ma il risultato dell’enorme quantità di propaganda anti-israeliana – più del 40% degli europei dai 16 anni in su- considerano Israele uno stato nazista o uno stato che conduce una guerra di sterminio contro i palestinesi. Questo sondaggio rivela una precisa volontà di paragonare Israele al male assoluto.
Collegare Isis a Israele fa capire, nel momento in cui un male assoluto si presenta, vuol dire diffamare lo Stato ebraico. Dato che questo incitamento ha origine, in gran parte, nel mondo musulmano, questo processo dimostra come con quanta velocità un odio antico anti-semita possa assumere varianti contemporanee.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.