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La Stampa Rassegna Stampa
04.12.2015 Egitto e Qatar: il loro prossimo ruolo
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 04 dicembre 2015
Pagina: 8
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Serve l'accordo tra Egitto e Qatar per la soluzione politica della crisi»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/12/2015, a pag.8, con il titolo " Serve l'accordo tra Egitto e Qatar per la soluzione politica della crisi ", l'analisi di Maurizio Molinari.

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È un forcing diplomatico di Stati Uniti ed Italia a preparare la conferenza sulla Libia in programma a Roma il 13 dicembre, puntando a coinvolgere l’Egitto di Abdel Fattah Al Sisi. La firma congiunta di John Kerry e Paolo Gentiloni sulle lettere di invito di almeno 15 Paesi svela la genesi di un’iniziativa che vede l’amministrazione Obama intenzionata a ripetere sulla Libia il modello della conferenza di Vienna sulla Siria, con l’Italia nelle vesti di anfitrione e protagonista. Attorno al tavolo È la lista degli inviti a descrivere cosa sta maturando. L’intento è riunire attorno ad un tavolo alla Farnesina i ministri degli Esteri dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu - Stati Uniti, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina - assieme a Italia, Germania e Spagna più i sette Paesi musulmani presenti nella crisi libica Algeria, Tunisia, Qatar, Egitto, Turchia, Marocco ed Emirati Arabi Uniti. Assieme al «ministro degli Esteri» dell’Ue, Federica Mogherini, e l’inviato Onu Martin Kobler. Ciò significa puntare a raggiungere un solido consenso attorno al piano Onu per la realizzazione di un governo di unità nazionale in Libia destinato ad essere insediato a Tripoli e guidato da un esponente del governo di Tobruk ovvero quello riconosciuto come legittimo dalla comunità internazionale. Il ruolo del Cairo La scommessa di Washington e Roma è riuscire in questa maniera ad accelerare il superamento della guerra civile fra le milizie islamiche di Tripoli ed il governo di Tobruk, facendo leva sull’urgenza di fronteggiare il rafforzamento della presenza dei jihadisti dello Stato Islamico (Isis) nell’area di Sirte. Per riuscire nell’intento ciò che più serve è un accordo fra Qatar ed Egitto, rispettivi grandi sostenitori dei governi rivali di Tripoli e Tobruk nonché capofila degli opposti schieramenti di nazioni. Il nodo da sciogliere in queste ore riguarda in particolare la posizione del Cairo per via delle perplessità di Al Sisi sull’insediamento del nuovo governo a Tripoli. Fra le controproposte ventilate dagli inviati egiziani c’è l’ipotesi di una terza sede, in Libia o anche all’estero, nel timore che la sede a Tripoli possa assegnare eccessiva influenza alle milizie islamiche che ne controllano il territorio. Sponda a Mosca I contatti fra Il Cairo e Mosca sulla crisi libica testimoniano che Al Sisi sta cercando una sponda russa. Alcuni esponenti del governo di Tobruk si sono spinti fino ad invocare un intervento russo «sul modello di quanto avvenuto in Siria» facendo affiorare la possibilità di un ritorno militare di Mosca in Libia, da dove venne espulsa a seguito del crollo del regime di Muammar Gheddafi nel 2011 a seguito dell’intervento della Nato. «La priorità per l’Egitto è preservare il ruolo delle forze di Khalifa Haftar a Tobruk - spiegano fonti arabe dal Cairo - ritenendolo indispensabile per proteggere il proprio territorio dalle infiltrazioni jihadiste». Le diplomazie L’incontro di ieri a Belgrado fra Gentiloni ed il collega russo Sergei Lavrov è servito per affrontare tali argomenti, riconoscendo di fatto a Mosca un ruolo-chiave nelle trattative in atto. Londra e Parigi guardano all’iniziativa Usa-Italia esprimendo sostegno diplomatico ma anche – spiegano fonti britanniche – la convinzione che resta comunque sul tavolo l’ipotesi di un’opzione militare sulla Libia per colpire le basi dello Stato Islamico: estendendo anche a quest’area i raid in corso in Siria e Iraq come anche ipotizzando l’impiego di truppe speciali per interventi mirati contro leader e basi dei jihadisti. Ovvero, la conferenza di Roma si presenta come la strada per evitare una possibile escalation militare a Sirte e dintorni.

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