L’Europa sul lettino: serve una Agenzia per curarne la psicologia
Commento di Manfred Gerstenfeld
(Traduzione di Angelo Pezzana)
Data la grande confusione che vige nell’Unione Europea, sarà opportuno che il parlamento europeo crei un nuovo dipartimento: l’Agenzia Psicologica Europea, ovvero EUPSYCH, con a capo una figura indipendente, a garanzia dell’interesse pubblico, per investigare le iniziative assurde e irrazionali, così come l’alta percentuale di anomalie da un punto di vista psicologico. In più la UE dovrebbe approvare una legge che richiedesse a tutti i paesi membri di nominare una propria agenzia psicologica a livello locale. L’idea può sembrare paradossale, ma diventa seria quando si esamina la reazione della UE all’influsso dei rifugiati, vista da una debita distanza. Le reazioni alla strage di Parigi hanno soltanto rafforzato il bisogno di questa Agenzia.
Per decenni la società tedesca è stata caratterizzata dalla paura, Angst, come si dice in tedesco, dovuta in parte dall’impressione che ci fosse qualcosa collegato con il carattere della nazione, dopo le atrocità commesse sotto il nazismo. Questa Angst è tornata adesso, destata dalla politica insensata delle porte aperte del governo verso i rifugiati. Un sondaggio ha rivelato lo scorso mese che l’87% della popolazione è preoccupata per la crescita dei partiti di destra. Più del 75% ha espresso ansietà per l’influenza dell’islam che sta diventando in Germania troppo forte, il numero degli atti criminali sta aumentando come il terrorismo.
Terroristi dello Stato islamico
In Francia i bombardamenti sullo Stato Islamico hanno alzato di molto il livello di ansia, condiviso in misura minore dai cittadini di altri paesi dell’Europa occidentale. Questa paura non è del tutto razionale. Il Movimento dello Stato Islamico non ha la forza né i mezzi per sferrare attacchi regolari di quel peso in Francia o in nessun altro paese europeo. In ogni caso, per tanto pesante e orribile per morti e feriti il pedaggio da pagare, riguarderà solo un milionesimo di tutta la popolazione francese. Malgrado ciò quel massacro ha spinto molti turisti stranieri ad annullare le loro prenotazioni. Era più logico se i turisti avessero cancellato le loro prenotazioni a Sharm el Sheikh a causa di quanto sta avvenendo nel Sinai. Gli aspetti razionali e irrazionali della paura sono il tema classico di una analisi psicologica. L’idea che siano dei paesi ad essere psicanalizzati non è nuova, era venuta alla ribalta con il tema delle restituzioni dopo la Shoah alla fine del secolo scorso, dopo anni di silenzio. Ne derivò una ricerca all’interno di molti paesi occupati dai tedeschi nella 2a guerra mondiale. Poteva essere spiegato come il desiderio da parte dei paesi coinvolti, in un periodo di relativa tranquillità alla fine del 20° secolo, di fare un inventario di quanto era stato fatto di immorale nei decenni passati. Gli psicologi portano il paziente ad osservare il proprio comportamento, in modo da iniziare a vederne l’irrazionalità. Allo stesso modo l’Europa su lettino può osservare la stranezza di molte fra le proprie azioni e tendenze con più oggettività.
Una definizione spesso citata e che porta acqua al mulino degli psicologi è quella che identifica l’Europa con un gigante economico, un nano politico e un verme militare. La inventò il politico belga Mark Eyskens circa vent’anni fa, non vale solo per le analisi politiche. Ciò che l’alimenta, in particolare la mentalità che la contraddistingue, ricade nel dominio dell’investigazione. Un aspetto ancora più urgente per una valutazione anche più psicologica è il modo in cui i leader che hanno affrontato l’attacco alla Francia con toni di grande emozione, ora se ne stanno in tribuna, incapaci di fronte a una guerra contro l’Isis. Anche questo richiede una specie di analisi che va aldilà del politico e del sociale.
Anche il tema dei valori europei dovrebbe essere analizzato. La sicurezza dei cittadini contro i diritti umani non è che uno dei temi adatti ad essere analizzati. In Francia, la necessità di avere un profilo identitario dei membri della comunità musulmana, che ospita criminali e assassini ideologicamente più pericolosi, si scontra con l’inno nazionale “libertà, fraternità, uguaglianza”. Sono gli psicologi sociali a dover esplorare l’influenza delle relazioni interpersonali nel comportamento degli europei. La Germania ha tenuto un basso profilo per molti anni insieme alla Francia nel controllo della UE. L’ex cancelliere tedesco Helmut Schmidt metteva in guardia sul risentimento europeo se la Germania avesse assunto un ruolo dominante nella UE.
Sono molti gli esempi da citare, possiamo citarne solo alcuni. Israele e gli ebrei occupano uno spazio sproporzionato a livello pubblico, anche se l’argomento si presta a molte analisi. Un esempio significativo è il fatto che più del 40% degli europei crede che Israele stia conducendo una guerra di sterminio contro i palestinesi. In Polonia il numero è persino più alto. Questa allucinazione appartiene al campo della psichiatria, andrebbe trattato come un disordine mentale, come ogni aberrazione. Andrebbero curati tutti questi europei ? Sarebbe un boom economico per l’industria farmaceutica. Ci sarebbe molto di più da scrivere su questo tema di quanto possa essere contenuto in un articolo, ma si possono ricordare alcuni momenti significatamente irrazionali per sottolineare questo tema: perché il Belgio pur essendo al corrente ha volutamente ignorato il crescere del focolaio dell’estremismo musulmano nell’area di Bruxelles ? Perché l’Olanda, su un piano diverso ma sempre irrazionale, è stata l’unica nazione che non ha chiesto scusa per il totale abbandono e successiva morte dei propri ebrei nella 2a guerra mondiale ? La Svezia è il candidato al primo posto nella graduatoria psichiatrica. Il suo Primo Ministro Olof Palme aveva paragonato Israele al Nazismo. Parecchi suoi ministri degli esteri socialdemocratici, Anna Lindh, Laila Freivalds e l’attuale Margot Wallstrom sono ossessionate dall’odio per Israele. Lo stesso si può dire del ministro degli esteri Carl Bildt del Partito Moderato. La città di Malmoe, sotto il sindaco democratico Ilmar Reepalu, è diventata la capitale europea dell’anti-semitismo. Si può solo spiegare definendo questi fenomeni come disordini mentali, non limitati soltanto ai socialdemocratici svedesi. Gli psicologi spesso rivendicano alla loro professione il merito di migliorare il mondo. L’Agenzia EUPSYCH che ho proposto gli fornirà cibo per la mente e un sacco di lavoro.
Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte.