Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 28/11/2015, a pag.3, con il titolo " Per impedire attacchi terroristici di matrice palestinese Israele costruirà un nuovo muro a Hebron ".
Come sempre l'organo ufficiale della S.Sede non perde occasione di disinformare, questa volta sulla possibilità - sì, possibilità, diversamente da come riporta l'OR- una barriera difensiva, che non è un "muro". Indispensabile, per impedire l'ingresso dei terroristi palestinisti nella capitale. E' poi curioso che l'OR lo chiami 'muro' nel titolo, quando poi nel pezzo specifica che muro non è. Ma l'OR si guarda poi bene dallo specificare che il muro vero e proprio ha una lunghezza di circa 8 km su circa 800, essendo quindi la quasi totalità formato da una rete metallica.
In quanto agli autori degli attentati, perchè definirli soltanto " palestinesi uccisi dalle forze israeliane " quando sono dei terroristi kamikaze che scelgono volontariamente di farsi uccidere ? Perchè l'OR non lo scrive chiaramente ?Invece fa l'opposto, come risulta lampante dalla cautela con la quale vengono descritti i terroristi, persino quando assalgono un soldato con in mano una bottiglia molotov, l'OR scrive "secondo una portavoce dell'esercito" !!
Ovvio che il numero dei terroristi è parecchio più alto delle loro vittime, bastava scrivere che la loro eliminazione è indispensabile per impedirgli di assassinare altri civili, che sono il loro obiettivo primario. Ma l'OR non lo fa.
Ecco il pezzo:
Israele ha intenzione di costruire una nuova barriera di separazione in Cisgiordania. La struttura dovrà isolare Hebron, città epicentro degli scontri delle ultime settimane. La misura è stata annunciata ieri dal ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, in un intervento alla Knesset (il Parlamento israeliano) durante un dibattito sulla recente ondata di violenze. Yaalon ha spiegato che lo scopo della barriera sarà quello di impedire a possibili terroristi palestinesi di penetrare nel territorio e sferrare attacchi. Sarà «una rete moderna ed ermetica, la stessa che separa Israele dall'Egitto»; non avrà quindi la conformazione dell'altra barriera, quella che separa molti territori palestinesi da insediamenti israeliani (blocchi di cemento allineati alti otto metri). L'attuale barriera a Hebron è troppo vecchia — ha detto Yaalon — ed è incompleta. Sabato scorso a Kyriat Gat un palestinese ha accoltellato, ferendoli gravemente, quattro civili israeliani, tra i quali un ragazzo di tredici anni. L'attentatore, arrestato dopo un tentativo di fuga, aveva passato il confine tra Israele e i Territori in Cisgiordania attraverso una falla nella rete separatoria. E intanto, ieri si è registrata una nuova giornata di sangue nei Territori: il bilancio finale parla di tre palestinesi uccisi dalle forze israeliane durante scontri. Il ventunenne Yahya Taha è stato ucciso durante disordini nel villaggio di Katana, vicino Ramallah. Nel pomeriggio, i soldati hanno colpito a morte un secondo palestinese, il cinquantunenne Samer Hassan Siresee, che — secondo la polizia — era «sceso da un taxi con un coltello a Tapuah vicino a Nablus». Tra le vittime della giornata anche il ventenne Khaled Jawabra, ucciso durante gli scontri scoppiati nel campo rifugiati Al-Arroub, vicino Hebron. Secondo una portavoce dell'esercito, il giovane aveva una bottiglia molotov in mano e stava per lanciarla contro un'auto israeliana. Così, sono in tutto 97 i palestinesi uccisi dall'inizio della nuova ondata di violenze. Tra questi, più della metà avevano aggredito con coltello o avevano tentato di investire israeliani con l'auto, altri invece sono stati colpiti a morte durante scontri con i soldati. Tra gli israeliani, le vittime finora sono 17, oltre a un americano e un eritreo.
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