Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/11/2015, a pag. 53, con il titolo "Israele: la politica del governo", la lettera di Valeriano Giorgi e la risposta di Sergio Romano.
Theodor Herzl, padre del sionismo politico moderno
In poche righe, una summa di disinformazione. Per almeno due motivi:
1) L'evidenza mostra che antisemitismo e antisionismo, sempre più, tendono a coincidere. Lo ha ripetuto lo stesso ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante le celebrazioni di una Giornata della memoria: l'antisionismo è antisemitismo mascherato.
2) La tesi di Sergio Romano, che vincola il sionismo alle scelte dell'attuale governo israeliano, è ignobile. I detrattori di Israele ("antisionisti", ovvero nella maggior parte dei casi antisemiti, non di rado in buona fede ma pur sempre antisemiti) esistono da quando esiste Israele. Oggi criticano senza freni il governo Netanyahu, nello stesso, identico modo in cui si scagliavano anni fa contro Olmert, Sharon e Barak, e prima ancora contro tutta la dirigenza laburista, da Ben Gurion a Rabin.
Ecco lettera e risposta:
Sergio Romano
Caro Romano, sono decisamente filoisraeliano, ma spesso mi accade di dissentire da molti miei amici ebrei, secondo i quali antisemitismo e antisionismo coincidono. Io sostengo invece che il primo è una orrenda ideologia, mentre l’antisionismo è una posizione politica (che non condivido affatto) legittima. Qual è il suo parere?
Valeriano Giorgi
vagiorgi@libero.it
Esiste una terza possibilità: condannare l’antisemitismo, considerare il sionismo come la legittima ambizione di un popolo e criticare l’attuale governo israeliano per il modo in cui sta cercando di realizzare questo obiettivo.
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