Mentre l'opinione pubblica italiana si sta "bevendo" l'iniziativa a Milano e Roma di un "islam moderato", è utile conoscere chi sono i leader musulmani in Italia.
Davide Piccardo
Davide Piccardo, che ieri ha promosso la manifestazione a Milano, è lo stesso che durante gli assalti di folle islamiche inferocite davanti alle sinagoghe di Parigi durante l'ultimo conflitto con Gaza, lanciava l'hashtag #Efinitalapacchia, rivolto agli ebrei in Europa, al punto tale da farsi pure una maglietta, come appare nell'immagine. Questa storia venne discussa a Porta a Porta, dopodiché Piccardo smentì quanto venne detto e annunciò in quella trasmissione di aver querelato la testata giornalistica che riportò le sue parole. Mentì due volte perché Il Giornale non ricevette mai nessuna querela.
Izzedin Elzir
Sempre a Roma, sabato, uno dei promotori era il presidente dell'Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia), Izzedin Elzir, alla guida dell'organizzazione più importante in Italia che controlla il 95 % delle moschee, affiliata ai Fratelli musulmani (dichiarati fuorilegge in Egitto perché movimento terrorista). La stessa organizzazione a Gaza è Hamas. Nonostante ciò, Izzedin Elzir viene regolarmente invitato a diverse iniziative di dialogo e culturali. Il segretario della Grande moschea di Roma, Abdellah Redouane, invitato dalla Comunità ebraica a ricambiare una visita alla Grande moschea di diversi anni fa, annullò la sua partecipazione perché temeva una fatwa in arrivo dal Cairo contro di lui.
Lo stesso Redouane aveva tentato di censurare il discorso di benvenuto del rabbino capo, impedendogli di nominare la parola "Israele", persino nei passaggi in cui era pronunciata per auspicare la pace sulla formula "due popoli due stati". Se oggi l'opinione pubblica non viene informata su che cosa è davvero l'Ucoii e la Fratellanza musulmana, qualunque soluzione che coinvolga il terrorismo islamico è pregiudicata. E' ovvio che non tutti i musulmani in Italia sono come i loro leader, una buona parte vorrebbe vivere in pace. Ma è anche vero che quasi tutti sono nell'impossibilità di esprimere liberamente ciò che pensano, se non a rischio della propria incolumità. Sarebbe interessante sapere se nelle due manifestazioni il "No al terrorismo" valeva anche per le vittime israeliane e contro i terroristi palestinesi.
IC redazione