Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 20/11/2015, a pag. 11, con il titolo "No ai rifugiati, la Camera Usa blocca l'accoglienza", il commento di Alberto Flores D'Arcais.
Alberto Flores D'Arcais
La Camera dei Rappresentanti
Con un voto a grande maggioranza, 283 voti contro 137, la Camera dei Rappresentanti ha bocciato il piano Obama per migliaia di rifugiati in fuga dalla Siria. Un voto scontato (i repubblicani hanno la maggioranza della House) dopo la “rivolta dei governatori” che in 25 Stati guidati dal Grand Old Party - più il democratico New Hampshire - avevano scelto, con l’appoggio di Fox News e dei guru conservatori delle radio (che hanno un’audience di decine di milioni) il no alla Casa Bianca con un consenso popolare crescente dopo i massacri di Parigi. Per il presidente lo schiaffo è stato più forte del previsto, considerato che 47 deputati democratici si sono schierati a fianco dei repubblicani in un voto da loro definito bipartisan su una questione (terrorismo e sicurezza) che dall’11 settembre 2001 è una ferita sempre aperta negli Stati Uniti. La legge votata ieri che blocca, per ora, il programma per chi fugge dalla Siria (nel 2016 ne dovevano arrivare 16mila) prevede che per ogni “applicante” ci sia il via libera (con conferma scritta) del direttore del Fbi, del Segretario alla Homeland Security (il ministero degli Interni Usa) e del direttore della National Security Agency.
Come dire le tre persone più importanti (dopo lo stesso presidente) degli Stati Uniti in materia di sicurezza nazionale. Per la Casa Bianca si tratta di una misura assolutamente “insostenibile”. Gli uomini di Obama hanno tentato fino all’ultimo di convincere i deputati democratici a non votare a fianco di quelli repubblicani, ma è stato tutto inutile. Con i media in cui le notizie più viste, lette o cliccate sono quelle che riguardano i fatti di Parigi, i kamikaze dello Stato Islamico addestrati in Siria e via dicendo, la scelta di appoggiare il piano del presidente è oggi estremamente impopolare anche nell’elettorato democratico (città come New York o San Francisco a parte).
In attesa del voto del Senato - che dovrebbe avere luogo dopo li giorni di vacanza per Thanksgiving della settimana prossima - dove dovrebbe facilmente passare sia pure con una maggioranza più risicata che alla Camera, il presidente ha già annunciato che metterà il veto sulla legge. «È offensivo pensare che non vogliamo aiutare i rifugiati, ma se leggiamo il disegno di legge vediamo che si tratta solo di un semplice processo di controllo da aggiungere a quello esistente», ha risposto Sean Patrick Maloney, uno dei democratici ribelli. Per Obama questi controlli ulteriori non «forniranno nessuna significativa garanzia di sicurezza per il popolo americano », perché l’obiettivo dichiarato di lunghi e complessi controlli è solo quello di bloccare del tutto il programma di ingresso dei rifugiati. Il presidente conferma quindi di voler mettere il veto contro una misura «contraria ai valori americanizzi accoglienza per chi fugge da guerra e terrorismo».
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