Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/11/2015, a pag.8, con il titolo " La nuova strategia: portare la la guerra civile nel cuore dell'Europa ", l'analisi di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
Antalya - L’inizio di una tempesta jihadista sull’Europa e la volontà di precipitare la Francia in una guerra civile di stampo siriano: sono i messaggi con cui lo Stato Islamico (Isis) rivendica il massacro di Parigi, sovrapponendo strategia e propaganda. In genere il Califfo Abu Bakr al-Baghdadi affida le rivendicazioni degli attentati alle cellule che li realizzano - come avvenuto con la «Provincia del Sinai» in occasione della bomba sull’aereo russo decollato da Sharm - ma in questa occasione il testo viene dal quartier generale di Raqqa. L’intento è rivendicare al «Principe dei credenti » la paternità dell’attacco alla Francia e il motivo si evince dalle prime righe, lì dove si parla di «inizio della tempesta». Le cellule autonome
Se nel novembre 2014 al-Baghdadi aveva chiesto ai jihadisti di «far esplodere i vulcani sotto i regimi apostati e corrotti » chiedendo di far nascere cellule autonome in più Stati - come in effetti è avvenuto - ora parla di «tempesta» perché vede nell’assalto a Parigi un momento di svolta delle operazioni militari. L’attacco non è estemporaneo, si tratta di un’offensiva destinata a durare contro le «nazioni dei Crociati» che «combattono contro di noi»: «Non vivrete mai in pace ». A 15 mesi dalla creazione del Califfato, al-Baghdadi porta la guerra in Europa ed è determinato a tenere aperto questo nuovo fronte. Il primo obiettivo è la Francia perché gli ha dato almeno mille «Foreign Fighters» e, come si legge nel testo criptato online, è guidata dall’«imbecille Hollande» e ha in Parigi «la capitale della prostituzione e del vizio», simbolo di degrado morale e quindi di debolezza. I passaggi sul massacro descrivono Parigi come un campo di battaglia con «obiettivi accuratamente scelti» inclusa la «partita fra le nazioni Crociate Germania e Francia» e il teatro Bataclan, che sin dal 2011 l’Esercito dell’Islam aveva nel mirino perché i proprietari sono di origine ebraica. Se il Califfo mette l’accento sugli «otto fratelli armati di fucili ed avvolti nell’esplosivo» che hanno avuto successo contro una Francia debole e corrotta è per spingere altri jihadisti a emularli e colpire. In un’audio diffuso separatamente un miliziano parla in francese, si rivolge ai «musulmani» residenti nell’Esagono e gli chiede di «infondere il terrore» nei concittadini: «Non si sentiranno sicuri neanche al mercato». Il richiamo è a «Gang of Islam», il pamphlet di Isis destinato ai «musulmani dell’Occidente» in cui gli si chiede di «non avere paura di polizia ed eserciti» organizzandosi a livello locale «attorno a leader carismatici per «aiutare i bisognosi» e «sfidare gli oppressori». Spingere alla rivolta
Sono queste gang jihadiste lo strumento che il Califfo ha in mente: gli attentati «che colpiranno la Francia e le altre nazioni che la seguono» hanno un obiettivo più ambizioso di scompaginare la coalizione anti- Isis in Siria, vogliono spingere alla rivolta gruppi locali di estremisti islamici. D’altra parte un’indagine di «Russia Today » attesta che «il 15 per cento dei musulmani francesi simpatizza con il Califfato» e la quota fra i giovani è assai più alta. La Francia è considerata il ventre molle dell’Europa, matura per l’aggressione, in maniera analoga a quanto il Califfo ha in mente nei Balcani. Per questo recenti video di Isis mostrano miliziani bosniaci e kosovari lanciare analoghi appelli ai «musulmani dei Balcani» affinché si «sollevino contro i Crociati». Il documento sulla «tempesta » è la dichiarazione di guerra all’Europa e Isis la suddivide in una miriade di twitter, diffondendola in più lingue a pioggia sul web, perché il fronte d’attacco digitale serve a reclutare.
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