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La Stampa Rassegna Stampa
14.11.2015 Dai coltelli ai fucili: padre e figlio israeliani uccisi da un cecchino palestinese, Hamas esulta
Cronaca e commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 14 novembre 2015
Pagina: 7
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Dopo l'Intifada dei coltelli il tiro a segno del cecchino: padre e figlio uccisi a Hebron»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/11/2015, a pag. 7, con il titolo "Dopo l'Intifada dei coltelli il tiro a segno del cecchino: padre e figlio uccisi a Hebron", cronaca e commento di Maurizio Molinari.

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Maurizio Molinari

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La scena dell'attacco, presso Hebron

A Hebron l’Intifada passa dai coltelli ai fucili e uccide padre e figlio, investiti dai proiettili mentre viaggiano su un’auto nei pressi dell’insediamento di Othniel, in Cisgiordania. Le due vittime, 40 e 18 anni, andavano a un evento di famiglia assieme ad altri cinque parenti, due dei quali sono rimasti feriti e sono stati ricoverati all’ospedale di Beersheva.
Si è trattato di un agguato premeditato perché il cecchino ha sparato da un posizione sopraelevata rispetto alla carreggiata. Ha ucciso subito il padre, che si trovava alla guida, e quando l’auto si è fermata ha sparato al figlio, che stava telefonando per chiedere soccorso. Poi si è dato alla fuga, probabilmente in auto. I soldati israeliani ritengono che il killer sia arrivato dalla vicina città di Yatta, che è stata circondata. Per il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, si tratta dell’opera di «assassini feroci» di cui promette «la cattura, come abbiamo fatto in passato». E il ministro della Difesa, Moshe Yaalon, decide in rafforzare la presenza militare nell’area di Hebron, a Sud della Cisgiordania, perché è qui che da oltre una settimana si concentrano le violenze dei palestinesi.

In particolare nell’area di Hebron si ripetono gli attacchi a fuoco: nei pressi del villaggio di Beit Anoun è stato ferito un soldato mentre due giovani, di 18 e 16 anni, sono stati colpiti da cecchini mentre stavano entrando nella Grotta dei Patriarchi, conosciuta dai musulmani come Moschea Ibrahim. Hamas plaude al passaggio dai contelli alle armi da fuoco, definendo “eroi” gli autori dell’agguato alla famiglia ebraica in automobile perché “è una risposta naturale ai crimini commessi dall’occupazione israeliana”. Si tratta di un linguaggio analogo alla Jihad islamica palestinese, che incita gli autori a “continuare gli attacchi contro i sionisti”.

Sempre ieri, a Hebron, vi sono stati aspri scontri fra manifestanti palestinesi e soldati lungo la linea di separazione che passa all’interno della città vecchia. Il risultato è stato la morte di un palestinese di 22 anni, ucciso mentre tentava di strappare un fucile ad un soldato, e il ferimento di altri quattro dimostranti. Hebron è una roccaforte di Hamas in Cisgiordania e lo slittamento delle violenze verso quest’area viene interpretato da fonti della sicurezza palestinese con la volontà di «uccidere più israeliani e mettere in difficoltà il presidente Abu Mazen».

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