Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/11/2015, a pag. 1-13, con il titolo "Rohani in Italia, Israele: Renzi sia coerente", l'analisi di Maurizio Molinari.
Il corrispondente della Stampa da Gerusalemme è l'unico giornalista italiano a porre al nostro presidente del consiglio la domanda giusta. Di più, doverosa. Per ricordare le parole di Renzi alla Knesset, ecco il link: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=58977
Maurizio Molinari
Matteo Renzi alla Knesset con Benjamin Netanyahu
«Ci aspettiamo coerenza sull’Iran»: è il messaggio che il governo israeliano ha recapitato a Palazzo Chigi in vista dell’imminente vista in Italia del presidente Hassan Rohani. La scelta del premier Matteo Renzi di accogliere Rohani non viene apertamente contestata nelle comunicazioni diplomatiche arrivate da Gerusalemme negli ultimi giorni ma si esprime l’augurio che Palazzo Chigi colga l’occasione per esprimergli posizioni «coerenti con l’intervento fatto dal presidente del Consiglio davanti alla Knesset» in occasione della visita di fine luglio.
Sono fonti diplomatiche israeliane a sottolineare che per «coerenza» si intende «l’auspicio che le più alte cariche istituzionali italiane facciano presente a Rohani la necessità di riconoscere l’esistenza dello Stato di Israele, di cessare di sostenere il terrorismo e promuovere la destabilizzazione in Medio Oriente, di cessare di negare l’Olocausto di sei milioni di ebrei da parte dei nazisti e di rispettare i diritti umani».
Hassan Rohani
I rapporti personali
I rapporti personali e politici fra Netanyahu e Renzi non potrebbero essere più stretti ed è proprio in tale cornice che Gerusalemme ha fatto conoscere a Roma l’«attesa» per i contenuti della visita del presidente della Repubblica islamica dell’Iran. Poiché si tratta della prima visita in Europa di Rohani dopo l’intesa di Vienna sul nucleare, Israele è convinta che l’Italia può «dare l’esempio ad altri Paesi» sull’approccio da avere a Teheran.
Nei due ultimi incontri fra Renzi e Netanyahu, a Gerusalemme e Firenze, entrambi scelsero il basso profilo sulle divergenze in merito all’intesa di Vienna ed anche ora il focus dei messaggi israeliani a Roma non è sul nucleare: «È importante che un Paese come l’Italia esprima a Rohani la necessità di riconoscere l’esistenza dello Stato ebraico - spiega una fonte diplomatica - rifacendosi a quanto disse Renzi alla Knesset» in merito al fatto che «Israele non ha il diritto ma il dovere di esistere» mentre Teheran «lo nega in ogni occasione».
Basi sul Mediterraneo
Ma non è tutto perché Yuval Steinitz, ministro dell’Energia e stretto collaboratore del premier, aggiunge un altro messaggio: «Non possiamo accettare che la Siria divenga una zona di insediamento di forze iraniane nel Mediterraneo». È quanto Netanyahu ha detto a Barack Obama, nell’incontro di lunedì alla Casa Bianca, e Steinitz, ex ministro dell’Intelligence, lo riformula alla volta dell’Europa: «Teheran ha già migliaia di soldati in Siria, vuole sfruttare la guerra civile per pilotare una soluzione che gli consenta di trasformarla in una base per disporre, a Tartus e Latakia, di porti nel Mediterraneo ma ciò significa una minaccia diretta non solo per Israele e i sunniti ma per l’intera Europa».
Poiché il negoziato sulla Siria accelera, Israele fa presente - a Washington come a Roma - la «propria posizione sul futuro del Paese» ovvero «Teheran deve cessare intromissioni nei Paesi della regione perché generano instabilità, terrorismo e guerra». Alti funzionari israeliani sottolineano che «questi messaggi all’Italia sono stati formulati con chiarezza».
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