Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/11/2015, a pag. 14, con il titolo "Netanyahu porta a Obama concessioni ai palestinesi", la cronaca di Maurizio Molinari.
Maurizio Molinari
Benjamin Netanyahu, Barack Obama
Aperture ai palestinesi e accordi militari: sono le carte con cui Benjamin Netanyahu arriva oggi nello Studio Ovale per definire un’agenda comune con Barack Obama negli ultimi 15 mesi della sua amministrazione. Sulla carta entrambi vogliono lasciarsi alle spalle l’aspro disaccordo sul nucleare iraniano: il premier israeliano ha bisogno della «relazione speciale» con Washington per le nuove sfide sulla sicurezza e il Presidente Usa ha alle spalle i leader democratici che non vogliono nubi con Gerusalemme durante la campagna elettorale 2016. Sui palestinesi Netanyahu proporrà la costruzione di infrastrutture in Cisgiordania e sugli accordi militari chiede un pacchetto di aiuti da 50 miliardi in 10 anni. Ma Obama sul negoziato si aspetta di più: dopo aver detto di «non prevedere accordi sui due Stati entro la fine del mio mandato» vorrebbe avere da Netanyahu l’impegno ad un congelamento totale degli insediamenti.
E a segnare la vigilia c’è l’incidente di Ran Baratz, il nuovo portavoce del premier che ha definito «antisemita» Obama. Netanyahu «ripenserà» la nomina ma il caso Baratz tiene banco perché il vicepresidente Usa Joe Biden si dice contro «le nomine di funzionari che offendono i leader americani».
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