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La Stampa Rassegna Stampa
08.11.2015 Quando un gesto vale più di un trattato: ma è sempre vero ?
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 08 novembre 2015
Pagina: 9
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Quando un gesto vale più di un trattato»

LA STAMPA dedica oggi, 08/11/2015, l'intera pag. 9 alle strette di mano 'storiche' che hanno valso più di un trattato. Tra le molte immagini, scegliamo quella di Clinton che sorride tra Rabin e Arafat nel 'giardino delle rose' della Casa Bianca. Il commento è di Maurizio Molinari, preceduto dal nostro.

Sotto al titolo " Quando un gesto vale più di un trattato " quella di Rabin/Arafat è una immagine quanto mai inopportuna, come scrive anche Molinari, per la semplice ragione che il trattato che ne seguì - l'Accordo di Oslo - fu una gran fregatura per Israele, che ne seguì il contenuto, mentre l'Olp di Arafat, poi di Abu Mazen, se guardò bene. La sua fine è stata poi annunciata nell'ultima Assemblea Generale dell'Onu dallo stesso Abu Mazen, evidentemente soddisfatto di quanto l'Anp era già riuscita a mettersi in saccoccia. A danno di Israele, come sempre, da quella stretta di mano in poi.

Ecco il commento di Molinari:

Immagine correlata

Il 13 settembre 1993 nel Giardino delle Rose della Casa Bianca Yitzhak Rabin stringe controvoglia la mano di Yasser Arafat segnando il riconoscimento reciproco fra Israele e Organizzazione per la liberazione della Palestina che porta, l’anno seguente, alle intese di Oslo accompagnate dall’auspicio di una conclusione del conflitto israelo-palestinese attorno alla formula dei «due Stati per due popoli». Di quelle speranze e di quella stretta di mano - condivisa con Shimon Peres e il mediatore Bill Clinton - resta poco. Rabin viene assassinato nel 1995 da un estremista ebreo che si oppone a Oslo, Arafat nel 2000 rifiuta a Camp David e Taba l’accordo finale offertogli da Israele e nel 2002 muore dopo aver innescato la Seconda Intifada, tanto fra gli israeliani come fra i palestinesi la sfiducia nella ricetta dei «Due Stati» dilaga senza che nessuno abbia proposte alternative. Di Oslo resta solo il riconoscimento reciproco.

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